Dopo la richiesta di condanna del pm a più di 70 anni di carcere per i soci della Deiulemar, è prevista per oggi la requisitoria del collegio difensivo degli armatori. Dopo che lunedì scorso il pm Paolo D’Ovidio ha chiesto 16 anni di reclusione per i fratelli Pasquale e Angelo Della Gatta, figli di uno dei tre fondatori del gruppo armatoriale, Giovanni Battista Della Gatta. Sette anni richiesti, invece, per la sorella Micaela, sei anni e mezzo per la loro madre Lucia Boccia. E ancora, 13 gli anni di reclusione proposti da D’Ovidio nei confronti dell’unico fondatore della società ancora in vita, Giuseppe Lembo. Richieste dure anche per gli eredi dell’ex amministratore unico della Deiulemar compagnia di navigazione, Michele Iuliano: otto gli anni di reclusioni proposti per Giovanna Iuliano, cinque per Maria Luigia Lembo, la vedova del “capitano”.

Deiulemar-Nave

Ora è la volta di sentire gli avvocati Alfonso Maria Stile e Ciro Sepe in difesa della componente della famiglia Della Gatta. Moglie e figlia del capitano Iuliano, invece, sono difesi dagli avvocati Gennaro Imbò, Fabio Salvi e Vincenzo Siniscalchi. Mentre a difendere le sorti dell’armatore Lembo ci sarà l’avvocato Eugenio Cricrì. La sentenza di primo grado dovrebbe essere resa nota nell’udienza programmata per il 23 maggio, presso la quarta sezione penale del Tribunale di Roma, giudice Laura Di Girolamo. Una sentenza che migliaia di risparmiatori (un crac plurimilionario quello della Deiulemar compagnia di navigazione, la società armatoriale nella quale quasi 13mila risparmiatori hanno investito oltre 720 milioni di euro) aspettano con impazienza dal giorno in cui hanno scoperto che le cedole delle obbligazioni in loro possesso erano diventate “carta straccia”.
Alfonso Ancona