Torre del Greco – Le elezioni Europee appena concluse non sono servite solamente a mandare al Parlamento di Bruxelles misconosciuti candidati che poco o niente hanno a che fare con la cittadina torrese, ma sono servite soprattutto come metro di misura tra i vari ras locali dei vari partiti.

Le ricostruzioni sottostanti, ovviamente, sono frutto di voci, rumors e altro che non vengono in nessun modo dai diretti protagonisti.

Partiamo dal partito vincitore di queste elezioni: La Lega.  Il partito di Salvini vedeva contrapposti sul territorio due gruppi: uno legato al sottosegretario del governo Conte, Pina Castiello (leggi l’ex An Vincenzo Nespoli, nda), con la candidatura di Lucia Vuolo; e l’altro legato al coordinatore campano Gianluca Cantalamessa, con la candidatura di Simona Sapignoli. Del primo gruppo a farne parte è stato il solo Luigi Mele (solo due settimane fa c’è stato lo strappo con i vertici regionali di Forza Italia e la virata sui colori della Lega) che è riuscito in brevissimo tempo a racimolare per la candidata di area Castiello 309 voti. Il secondo gruppo, invece, ben più nutrito, composto dall’ex segretario cittadino del carroccio Panariello, con le new entry dell’ex vice sindaco Spierto e degli ex consiglieri comunali De Carlo e Palomba, in un tempo maggiore, sono riusciti a mettere insieme solo 293 voti per Sapignoli. Mele, con questo risultato, si candida fortemente ad essere la guida della Lega a Torre del Greco.



Forza Italia (orfana proprio di Luigi Mele), o meglio il candidato Martusciello ha potuto contare su due ex sindaci Borriello e Ciavolino, oltre che da un impegno di ex consiglieri comunali come Colantonio e Mirabella che sono riusciti insieme a racimolare poco più di 400 voti, più precisamente 440. Ciro Borriello oltre che Martusciello ha fatto votare anche la nipote del Duce, Alessandra Mussolini che si è fermata a soli 172 voti: un po’ pochi per un ex sindaco come Borriello.

Anche in Fratelli d’Italia ci sono stati due gruppi contrapposti, uno guidato dai due coordinatori del partito: Quirino ed Alini, l’altro rappresentato dalla sola Tabernacolo. I primi hanno puntato sulla terna di nomi Nesci, Ronghi e Rescigno; mentre la seconda si è giocata la tris Tozzi, Meloni e Rescigno. Per capire come è andata basta leggere i voti racimolati da Nesci e da Tozzi. Il primo ha avuto 422 preferenze, mentre il secondo si è fermato a solo 53 preferenze, sancendo il clamoroso flop della Tabernacolo.

Pure nel PD si sono formati due gruppi, ma più grandi. Da una parte il sindaco Palomba, il consigliere regionale Raia con il suo entourage di area Renziana, ed il consigliere comunale più votato Gaglione. Quest’ultimo, ricordiamo, che ha avuto il sostegno di alcuni esponenti del PD locale che, non potendosi candidare alla scorse comunali perchè il Pd non è riuscito a presentarsi con una propria lista, hanno riversato i propri voti su di lui. Le cause del fallimento e la non presentazione della lista del PD sono state le scellerate strategie politiche di Loredana Raia (leggi).

Dall’altra l’ex vicesindaco Porzio e gli ex consiglieri comunali Esposito e Romano. I primi tre sono riusciti a portare al candidato Ferrandino poco più di 1000 voti (1159): un mezzo flop, visto che sono meno anche dei voti che prese il solo Gaglione l’anno scorso. Invece, l’altro gruppo, legato al segretario nazionale Zingaretti, che in partenza contava un distacco virtuale maggiore dai primi, è riuscito quasi a raggiungerli portando 962 voti a Roberti.

M5S indiscussa la loro vittoria sul territorio corallino, con oltre il 40% delle preferenze! (leggi)