Polizia-Municipale-Encomi_2016

Sedici encomi a quindici agenti di polizia municipale che “si sono particolarmente distinti per impegno, diligenza, capacità o atti eccezionali di merito”. Sono quelli conferiti ieri, giovedì 14 aprile, dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Ciro Borriello, alla presenza tra gli altri del vicesindaco e assessore delegato alla polizia municipale, Antonio Spierto; dell’assessore Salvatore Quirino; del comandante del corpo, Salvatore Visone; sotto l’organizzazione della segreteria del sindaco e del capo di gabinetto Alessandra Tabernacolo.
“Si tratta di un momento – ha detto il primo cittadino nel suo intervento – utile a porre l’accento sul lavoro svolto quotidianamente dai nostri agenti, tutti meritevoli di considerazione per l’impegno che ogni giorno viene profuso per la tutela e la salvaguardia dei cittadini. Un lavoro che intendo intensificare, con l’aiuto di tutti, e che punta a garantire un servizio che abbracci quasi l’intera giornata. Per fare questo servono ovviamente rinforzi: durante la mia prima esperienza amministrativa ho promosso un concorso, oggi un’altra selezione è bloccata ma contiamo di rimettere in moto al più presto le procedure”.
Parole condivise dal vicesindaco Spierto e dall’assessore Quirino e accolte con piacere dal comandante Visone. Si è poi passati a ricordare i quattro episodi per i quali è stato conferito l’encomio semplice da parte del sindaco. Il primo è dello scorso 15 aprile e vide protagonisti il vicecomandante Gennaro Russo e gli agenti Antonio Valentino, Vincenzo Quadretto, Antonio De Simone e Giovanni Battista Esposito. In quella occasione gli agenti “avendo appreso dalla centrale operativa che in via Vittorio veneto un assembramento di giovani arrecava disturbo agli avventori dei pubblici esercizi nonché alla circolazione pedonale e veicolare, con uno spiccato senso del dovere e una ferma determinazione riuscivano ad identificare e a bloccare due individui resisi responsabili dell’aggressione ai danni del personale operante, nonché del danneggiamento dei veicoli di servizio”.
Premiati anche gli ispettori Crescenzo Falanga e Nicola Onzo, che il 24 agosto “intervenuti su un pericoloso incendio di un appartamento, con uno straordinario coraggio e sprezzo del pericolo, riuscivano con eccezionale prontezza a chiudere il rubinetto della bombola evitando catastrofiche conseguenze. Successivamente, con grande senso di abnegazione prestavano i primi soccorsi alla donna e al figlioletto coinvolti nell’incendio”.
L’episodio che ha visto il conferimento dell’encomio al vicecomandante Gennaro Russo, all’ispettore Alfredo Scognamiglio e agli aggiunti Giovanni Buonocore e Carmine Di Lauro risale invece al 7 dicembre scorso, quando “intervenuti in via Gradoni e Canali al fine di consentire l’eliminazione del pericolo derivante dall’accensione di ammassi di legna che la popolazione usa ardere per la festa patronale, divenivano vittime di una pericolosa aggressione ad opera di un nutrito gruppo di persone a seguito della quale pativano anche lesioni fisiche. Nonostante il turbamento e la concitazione del momento, riuscivano con prontezza e coraggio a salvaguardare le armi di ordinanza, oggetto di reiterati tentativi di sottrazione, anche a discapito della propria incolumità personale e ad evitare, attraverso un’ardua gestione dell’evento, irrimediabili e temibili conseguenze”.
L’ultimo accadimento preso in considerazione è datato 25 gennaio, quando il commissario Michele Raiola e gli agenti Alba Arpino, Fabio Felice De Silva, Raffaele Magliulo e Gennaro Cuomo “intervenuti in via Purgatorio poiché una donna, affetta da gravi problemi psichici, scagliava dal proprio balcone numerosi oggetti, con considerevole perspicacia e celerità chiudevano via Purgatorio al traffico pedonale e veicolare, riuscendo così a preservare l’incolumità delle numerose persone che percorrono la predetta via, unico collegamento tra il centro e la periferia”. “Inoltre – viene anche ricordato – l’agente Raffaele Magliulo, spinto da un indomito coraggio, entrava nell’appartamento e riusciva a bloccare la donna in preda alla crisi, impendendo così che la stessa compisse atti pregiudizievoli per se stessa e per gli altri”.