Torre del Greco – (Vai con la satira!) Vieni avanti Giovannino (Palomba)! Il sindaco (per mancanza di prove) Giovanni Palomba si dimette, anzi no. Rumors vogliono che dalla sua maggioranza arrivino battute su di lui e c’è chi, tra coloro che lo hanno sostenuto alla conquista di Palazzo Baronale, inneggia già a Ciro Borriello e ricorda con affetto Malinconico.

Boatos su Palomba vogliono che prima sembra convinto di dimettersi, poi, fatto ragionare, ci ripensa. Qualcuno maliziosamente suggerisce che a farlo ritornare sui suoi passi è la cambiale politica che ancora deve pagare a Loredana Raia per le scorse comunali  (dove, ricordiamo, artefice la fallimentare gestione proprio del consigliere regionale Raia, per la prima volta nella storia il Pd non si è presentato alle consultazioni: e per ripiegare, i consiglieri uscenti hanno dovuto sostenere candidati delle liste di Palomba). A quest’ultima, secondo indiscrezioni, deve anche una volata per lanciarla alle Regionali dell’anno prossimo. Solo dopo questo appuntamento politico, il buon Giovannino forse potrà essere libero di dimettersi quando vorrà, dicono…  Infine, consigliato male, nega tutto e fa redigere una nota stampa in cui spiega che non ha mai avuto l’intenzione di lasciare la fascia tricolore… Cose da pazzi!

Pissi pissi, bao bao vogliono l’allegra maggioranza e qualche pezzo dell’opposizione intavolati insieme dopo la sospensione del consiglio comunale. Lì, forse complice il vino e l’ora tarda, ad alcuni consiglieri comunali del Buongoverno scappa qualche battuta ai danni del sindaco: “Uno che non si prende responsabilità”, dicono. Qualcuno si spinge oltre, ricorda che Malinconico (colui che con il suo immobilismo aiutò non poco Borriello per la rielezione a sindaco) addirittura “era meglio di Palomba”. Altri ancora si spingono ancora più in là, disegnando scenari di un ritorno di Ciro Borriello a Palazzo Baronale. Non a caso, poco dopo, è iniziata a circolare la notizia di una cena per la sera dopo dalle parti di via Del Monte.



Un passo indietro. Nella notte tra giovedì e venerdì si consuma lo psicodramma per il mobiliere con la passione per la politica.

In consiglio comunale si discute di Bilancio e di aumenti per la tariffa sulla spazzatura (sì, proprio quella che viene raccolta poca e male). Dall’opposizione si levano dubbi sulla legittimità dei calcoli messi nero su bianco nei documenti da approvare in aula.

Si chiedono ripetute sospensioni da parte della maggioranza a Palazzo Baronale per constatare se effettivamente quello che dice l’opposizione (soprattutto i consiglieri 5 Stelle, affiancati da Ciavolino e Mele) sia vero. Lo sguardo di Palomba, immortalato dalle telecamere che registrano le fasi del consiglio comunale, sembra perso.

Chi era là, racconta di un Giovannino alterato come non mai, e che richiama i dirigenti per la figura barbina che gli stanno facendo fare davanti a tutti. Inizia lo scarico delle responsabilità. Il sindaco (sempre per mancanza di prove) ha uno “scazzo” anche con il presidente della commissione Bilancio, Pomposo.

Infuriato come non mai, Palomba si dirige davanti alla stanza del segretario generale per presentare formali dimissioni, ma la porta è chiusa. Del segretario generale non c’è traccia, voci di corridoio vogliono che sia al wc. Quest’ultimo torna e spiega alla fascia tricolore di non avere le chiavi della stanza e che a quell’ora non si presentano le dimissioni. Gli dà appuntamento per la mattina dopo. Nel mentre la seduta comune viene sciolta e rinviata a data da concordare, ma di Palomba, per quella sera, a Palazzo Baronale nemmeno l’ombra.

La mattina dopo l’incontro con il segretario generale c’è, Palomba sembra ancora convinto delle dimissioni, ma, poi, il primo lo rassicura, gli fa capire che ancora si può aggiustare il tutto. Dimissioni ritirate, anzi: non ci sono mai state.

Alfonso Ancona