L’inchiesta sulle presunte irregilarità nella gestione amministrativa procede

Prosegue l’inchiesta della Commissione d’accesso inviata dal prefetto di Napoli, De Martino, per far luce sulle presunte irregolarità nella gestione amministrativa della città di Torre del Greco.
Una pesantissimo macigno, che pesa sulle sorti della città del corallo, capace nella peggiore delle ipotesi di bloccare le future attività dell’ente di largo Plebiscito.
La commissione – di cui fanno parte il vice-prefetto di Torino, il maggiore della compagnia di carabienieri di Torre Annunziata Luca Toti, e un ingegniere del genio civile – aveva acceso da subito i fari su circa 20 appalti riguardanti opere pubbliche, aggiudicati dalla precedente amministrazione Borriello tra il 2007 e il 2011.
Anche le consulenze esterne, distribuite nel corso dei cinque anni di mandato dell’ex sindaco, erano sotto la lente d’ingrandimento degli 007 inviati dalla prefettura, alla ricerca di anomalie nella gestione del denaro pubblico.
La denuncia era partita dal leader locale di Italia dei Valori, Nello Formisano, che in pieno inverno aveva denunciato la "presenza massiccia, se non esclusiva" di aziende provenienti dal casertano che – secondo l’onorevole – rappresentava una costante per le gare d’appalto a Torre del Greco. "L’amministrazione targata Ciro Borriello – tuonava il leader regionale del partito di Di Pietro – ha aggiudicato bandi di lavori e servizi per complessivi 15 milioni di euro a ditte di Lusciano, Casapesenna, Casal di Principe e Caserta. Un dato che, in regime di libera concorrenza, sembra alquanto strano e sospetto".
Un dato a cui si era poi aggiunta l’aggiudicazione del project financing per la Cittadella dello Sport – un affare da 22 milioni di euro – alla Cesaro Costruzioni Generali: "Guarda caso – l’affondo dell’onorevole di Idv – il titolare della ditta è il fratello del presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro".
Carmine Apice