Si è svolta con notevole successo, nell’ incantevole Parco sul Mare della Villa Favorita in Ercolano, la IX edizione di Vini Ville e Sapori.In questa due giorni è avvenuto un mix fra esposizione e vendita di prodotti di eccellenza della nostra terra e degustazione gastronomica di pietanze classiche quali pasta con pomodori vino_bicchiere

freschi,involtini di zucchine,timballo di maccheroni con melenzane,pane cafone di ercolano con olio e pomodori “conditi”da dibattiti,conferenze e laboratori su dieta mediterranea ed eccellenze vesuviane.Ottima la partecipazione e i fortunati presenti hanno ben gradito le pietanze e le bevande(vini locali e regionali di alto livello) a loro offerte,il tutto sotto un cielo stellato e con mezza luna che illuminava la terrazza.Presenti 52 aziende produttrici di vino,oli,salumi che in bella mostra e con un servizio impeccabile hanno distribuito il ben di Dio preparato.
Nicola Rivieccio rappresentante la Coldiretti Napoli ha espresso con determinazione che:” questi momenti oltre a diffondere la tradizione delle nostre produzioni locali come le vere albicocche,melenzane,pomodori,olive,oli,uva e vini sono la vera espressione della nostra cultura vesuviana unica al mondo.Ci impegneremo a creare mercatini di vendita diretta dei prodotti nostrani sul territorio”
Simpatici i momenti conviviali della degustazione di “fette di pane casareccio con un olio gustoso e poco acre” leccornia” di altri tempi espressione attuale della importanza della dieta mediterranea. Mentre la pancia si rifocillava ho rilevato la accalorata testimonianza di Pasquale Imperato titolare della Sapori Vesuviani che a spada tratta ha difeso la bontà della nostra terra che nulla ha a che veder con la tribolata terra dè fuochi e pertanto i nostri pomodori, piennolo e albicocche sono
sicurissimi e rappresentano: “uno scrigno unico di gioielli agroalimentari da conservare e sviluppare in tutto il mondo che ce li invidia”.Non solo, la diffusa vendita di prodotti “cinesi” o esteri, poco sicuri per la qualità è il vero nemico da abbattere.” Bisogna ritornare al consumo dei nostri prodotti locali, biologici.Non ci resta che mangiare nostrano e ritornare alla vera cultura di come ci si nutriva 60 anni fa quando si è passato dalle sofferenza e dal malnutrimento del dopoguerra a riprenderci,piano piano la nostra identità, con pane olio e pomodoro di base e pane e zucchero e caffè come dolce. Ah dimenticavo la carne si mangiava solo la domenica per i più fortunati….ricordate?
Ranesi