Giacomo Montanaro in mostra al MAV fino al 6 aprile

Prosegue con successo e sarà visitabile fino al 6 aprile la mostra "Parete Lavica", in esposizione al MAV – Museo Archeologico Virtuale di Ercolano. Nella rassegna saranno esposte dieci opere grafiche ed una istallazione che descrivono ampiamente il percorso artistico di “Parete Lavica”, di Giacomo Montanaro. La mostra è stata inaugurata sabato 23 marzo presso il Mav in collaborazione con l’Istituto d’Arte e Cultura Vesuviana, la Galleria Il Ritrovo di Rob Shazar e con la partecipazione della Pro Loco di Torre del Greco. All’inaugurazione sono intervenuti il Direttore del MAV- Dott. Ciro Cacciola, Dott.ssa Maria Vitiello Cultrice di Materia presso la Cattedra di Psicologia Generale presso l’Università Federico II di Napoli, Dott.ssa Graziella Falcetta Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Dott.ssa Rosanna Rivas Scrittrice, Poetessa, Giornalista, Associazione Arcobaleno della Vita, Dott. Francesco Piccolo Responsabile Nazionale dell’ Associazione Fare Italia, Sig. Antonio Pacilio Presidente della Pro Loco di Torre del Greco. La mostra si potrà visitare tutti giorni dal martedì alla domenica dalle 9 alle 17.30 escluso il lunedì. L’esposizione è a cura di Giovanni Cardone che dice: “I forti contrasti tra luce e le ombre, le profonde contraddizioni di chi lotta fra la voglia di andare e quella di rimanere, le schiaccianti contrapposizioni sociali, la vita e la morte, questa la dicotomica personalità di una città nascosta dietro una maschera bruciata dal sole che cosciente dei problemi in cui versa, riesce sempre a venire fuori con un espediente, prendendosi gioco delle regole e del potere, a volte svelandone le radic ate problematiche e gli oscuri retroscena. Sullo sfondo l’eterno incontro-scontro tra passato e futuro, fra tradizione e modernità, altrove risolto in maniera dialettica, ma che a Napoli sembra divenire luogo di opposizione fra nostalgiche oleografie di coloro che continuano a diffondere e difendere un’immagine idillica della città che riesce a rendere artistico anche il più diroccato anfratto e chi invece tenta la difficile impresa di condurre la ricerca come mezzo di comunicazione sociale, dando una contemporaneità al fenomeno arte, e nel contempo superando l’atteggiamento banalmente diacronico con cui spesso ci si ferma a guardare l’arte e la cultura napoletana, ci si trova di fronte ad uno smarrimento di un’identità estetica e iconografica che l’aveva invece caratterizzata nei secoli precedenti. Oggi n on si può più definire napoletano solamente tutto ciò c he avviene a Napoli e che romanticamente la rappresenta. Anche perché l’arte non parla solo da un luogo ad altri luoghi, ma spesso diviene un discorso a più voci, anche con idiomi diversi. Ed è questa la contemporaneità. L’Arte può e deve far fronte alle necessità socio-politiche e alle questioni etiche con temi e linguaggi diversi. Sembra strano eppure quando ti confronti con il Montanaro, vedi emergere dalla sua arte, i linguaggi di tutto il mondo che quella forma d’arte appartenga a tutti non solo a Napoli. Il tentativo del Montanaro vuole essere quello di unire presente e passato, attraverso un linguaggio, contemporaneo.
Mirella Carnile

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 27 marzo 2013