Lectio magistralis al Liceo Scientifico “A. Nobel” con il il prof. Giuseppe Di Taranto

“Quest’incontro è nato dall’esigenza dei giovani di avere degli ulteriori chiarimenti circa la crescente crisi che affligge il nostro paese”: a parlare è la dirigente scolastica del Liceo Scientifico Statale “Nobel” la quale, insieme ad altri docenti, ha ritenuto opportuno organizzare una conferenza per tutti i giovani che, avvicinandosi al mondo del lavoro, volessero conoscere la “ vera” matrice della crisi economica e capire come affrontarla. La “lectio magistralis” è stata tenuta dal prof. Giuseppe Di Taranto, ordinario di Storia della finanza e dei sistemi finanziari presso l’Università "Luiss Guido Carli” di Roma. “Vi racconterò come siamo stati imbrogliati – afferma con tono ironico rivolgendosi ai ragazzi presenti – e il motivo per cui il vostro futuro è in bilico. Tutto ebbe inizio – continua – il 7 febbraio del 1992, anno del trattato di Maastricht con il quale vennero fissate le regole politiche e parametri economici necessari per l’ingresso dei vari Stati,aderenti, nell’Unione Europea”. Questo trattato stabiliva, in primo luogo, che per entrare nell’Unione Europea tutti i paesi dovessero rispettare dei principi di convergenza tra cui il rapporto deficit-PIL e il rapporto debito-PIL. Ma circa un mese prima, precisamente il 31 gennaio, era stato stimato che su 12 Paesi, 5 non rispettavano il rapporto deficit-PIL, mentre 4 non rispettavano il rapporto debito-PIL. Ma non è tutto. A questo punto si decise di unire l’Europa anche la livello monetario ma prima di arrivare a prendere una decisione definitiva ci furono dei monitoraggi e, in particolare, quello che venne attuato nel 1997, rilevò che i paesi che non rispettavano il rapporto deficit-PIL erano passati da 5 a 7 mentre per quanto riguarda il rapporto debito-PIL si era passati da 4 a 9. Ma l’unione monetaria venne fatta ugualmente. Peraltro, per “mascherare” le statistiche, venne stilato un articolo, 104 lettera C, il quale riconosceva solo il rapporto deficit-PIL che era quello più semplice da gestire. Un altro aspetto importante che il professore ha toccato è stato quello riguardante la Grecia. “Molti politici – dichiara – hanno affermato che stanno facendo di tutto affinchè l’Italia non faccia la fine della Grecia. Ma questo non è possibile perchè l’Italia, pur avendo un debito pubblico di circa 2000 miliardi, possiede un patrimonio pubblico pari a 1800 miliardi di euro mentre quello privato è di 5443 miliardi”. Ciò detto, possiamo affermare ancora l’esistenza di un Parlamento europeo? Se è la crisi, la disoccupazione e il vivere di rendita ciò che abbiamo ottenuto perché dobbiamo accettarlo? “Perché, altro regalo del trattato di Maastricht , nessun paese può uscire dall’unione monetaria a meno che non esca dall’Unione Europea”, continua ad affermare il prof. Di Taranto. Ma allora perché l’Inghilterra, la Danimarca e la Svezia, pur non avendo la stessa moneta, fanno parte dell’UE? A fine dibattito c’è l’appello del docente: “Avete un solo modo per riavere il vostro futuro: quello di battervi per avere la vostra rappresentatività e di usare tutti i mezzi democratici a vostra disposizione per opporvi”.
Alessia Rivieccio
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 16 maggio 2012