Moscato utilizzava un linguaggio declinato in un originale plurilinguismo, e viene considerato l’interprete di un nuovo teatro di poesia, che riconosce i suoi ascendenti non solo nei grandi autori e compositori napoletani, ma anche in Artaud, in Genet, nei poeti maledetti di fine secolo scorso e in Pasolini.
Massimo esponente della nuova drammaturgia napoletana del dopo Eduardo De Filippo, Moscato è morto dopo una lunga malattia.
Numerosi i riconoscimenti ottenuti per la sua carriera.
Tra questi: il Premio Idi 1988, Premio Ubu per il Teatro 1988 e 1994, Premio della Critica 1991, Premio Annibale Ruccello Positano 2003, Premio Benevento Città Spettacolo 2009, Premio Napoli Cultura 2013, Premio Ubu alla Carriera 2018, Premio Concetta Barra 2020.
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Ad Eduardo De Filippo, Enzo Moscato aveva dedicato “Tà-kài-Tà”: in questa opera raccontava la sua figura di drammaturgo e di capocomico, la sua personalità di artista impareggiabile.
E lo fece ripercorrendo le tappe della vita di Eduardo, compresa la morte della figlia Luisella.
“Tenere vivo il suo percorso artistico – ha dichiarato il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca – sarà utile materia di riflessione per le generazioni che verranno”.