Mancano circa due settimane alla nostra Festa dell’Immacolata, ma già dal 19 settembre scorso, come da tradizione, nella Basilica di Santa Croce di Torre del Greco è stato esposto il Progetto del Carro Trionfale dell’Immacolata 2014. Quest’anno, dopo 9 anni di progettazione consecutiva del Carro ad opera del Gruppo Artisti torresi dell’U.C.A.I., il Progetto è stato creato dalle mani della storica dell’arte Caterina Ascione, prima Carro-Immacolata-Disegno-2014

donna progettista nella storia della festa, ma non nuova a questa esperienza. Infatti fu lei a progettare già un Carro nel 1997 dal titolo “ Maria, Madre del Salvatore”, realizzato per l’ultima volta dal Maestro Vincenzo Sorrentino jr, (storico paratore scomparso il 7 luglio 2011). A Riccardo Lamberti, dalla consolidata esperienza e così come in tanti anni passati, è stata affidata la realizzazione materiale dell’intera struttura del Carro. Secondo quanto si osserva nel Progetto esposto, sulla struttura centrale e sul lato sinistro sarà rappresentato il momento dell’intercessione Mariana con degli Angeli che porteranno delle brocche d’acqua, che si trasformerà in vino, e la Colomba dello Spirito Santo, che solleverà il Mondo. Dall’altro lato, sempre della struttura centrale, si rappresenterà il legame familiare, con la presenza di angeli e simboli Mariani, come il giglio, la stella cometa e la rosa. Nella parte posteriore, invece, sarà rappresentata la Sacra Famiglia ed alcuni puttini che porteranno cornucopie . Abbiamo rivolto qualche domanda a Caterina Ascione, figlia di Giovanni Ascione, realizzatore della corona dell’Immacolata nel 1954, art-designer di una delle più antiche manifatture di Torre del Greco nel settore del corallo e del cammeo, storica dell’arte e curatrice di importanti mostre.
La storia della “Premiata Ditta Ascione” è indissolubilmente legata a Torre del Greco e ad uno dei suoi più amati simboli, il Carro dell’Immacolata Concezione. Come ha vissuto e come vive attualmente questo viscerale legame? Indubbiamente mi sento parte integrante della nostra città ed erede della sua storia importante, più che della storia della mia famiglia. Ma devo ringraziare la mia famiglia, mio padre in particolare, se ne ho ereditato l’amore per il lavoro e l’attaccamento profondo alla tradizione torrese. Nel 1997 lei fu la prima progettista donna, ideando un Carro dal tema dal titolo “Maria,Madre del Salvatore. Oggi si rinnova questo prestigioso incarico con un nuovo tema ” Ave Sposa dello Spirito e Madre dell’Umanità”, dedicato alle famiglie.
Quanto tempo ci ha lavorato e da dove ha tratto l’ispirazione? Ho lavorato a questo progetto durante i mesi estivi. Il tema non sono stata io a sceglierlo ma mi è stato proposto : quest’anno, infatti è l’anno del Sinodo della Famiglia, per cui ho meditato su questa t ematica più che mai centrale per la nostra società attuale.
Lei è credente e , se si, quanto conta la fede e quanto la creatività artistica in un incarico del genere? Nella mia attività mi sono occupata a lungo di Arte Sacra, e sono profondamente convinta che l’espressione artistica è una forma di catechesi vera e propria, quando essa si mette al servizio della sacralità, al di là della scelta del soggetto che può essere religioso o meno.
Quali sono i carri del passato che più l’hanno emozionata? Quelli che sono stati più rappresentativi di alcuni momenti storici, come ad es. il periodo a cavallo tra le due grandi guerre. Erano anni in cui l’arte si rinnovava e ciò ha influenzato anche l’allestimento dei carri votivi per l’Immacolata. Senza far torto a nessuno, mi vengono in mente i carri di Enrico Taverna o del maestro Palomba…
L’arte e la creatività torresi, da sempre nella sua tradizione storica, sono ancora vivi a suo avviso? Secondo lei ci sono giovani con preparazione e talento, in grado di portare avanti un passato così importante nell’arte e nell’artigianato?
Assolutamente si! Io trovo che i giovani torresi abbiano una sensibilità artistica particolare, quasi scritta nel loro DNA. Siamo noi adulti che dobbiamo saperli guidare e saperne incanalare il talento, valorizzarli e stimolarli. Credo che esistano ancora persone in grado di portare avanti la tradizione del nostro artigianato e della nostra arte, poichè ci sono sia i presupposti culturali che le capacità tecniche.
Marika Galloro

 

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 26 novembre 2014