Pensieri liberi – Chi ha la cortesia di seguire in maniera continuativa i miei articoli, sa che in essi l’argomento trattato è il ‘pallone’, principalmente quello colorato di azzurro… La rubrica, però, è stata denominata dal Direttore di questo foglio “Pensieri liberi”, e questo mi pone nella condizione di poter anche spaziare in altri campi, specialmente quando vi sono eventi talmente preponderanti da relegare in secondo piano tutti gli altri.

“Ecco” qualcuno sicuramente starà pensando “adesso ci si mette pure questo a farci ‘na capa tanta del coronavirus!”. Questo ‘qualcuno’ ci ha quasi azzeccato: l’argomento è quello, “ubi maior…”, ma proverò ad affrontarlo in maniera un tantino diversa, anche perché dei ‘numeri’ relativi ai nuovi contagi e ai decessi, delle raccomandazioni, dei pareri scientifici, degli interventi di illustri scienziati, dei ‘bla bla bla’ dei nostri politici, ne abbiamo veramente piene le tasche!
“En passant”, come dicono i francesi, accenno soltanto all’emanazione (finalmente!) del Decreto che sancisce la sospensione di tutte le attività sportive sull’intero territorio nazionale, con o senza pubblico. Naturalmente, il calcio rientra in questa sospensione. Mi aspetto a breve un analogo provvedimento a livello europeo, altrimenti gli effetti (spero, benefici) della disposizione nazionale saranno, purtroppo, certamente vanificati. Una tantum, nonostante le mille incertezze, determinate anche – bisogna riconoscerlo ! – dall’atipicità e dalla novità del rischio contro il quale ci siamo trovati a combattere, ci siamo mossi per primi rispetto a tutti gli altri Stati continentali.

Riflettevo su di un’esperienza più volte capitatami. Credo sia successo anche a voi: tutti abbiamo dei ‘dolorini’ dei quali ci lamentiamo anche quando, forse, potremmo farne a meno. Ebbene, non appena ci imbattiamo in qualcosa di più serio, come fastidio, immediatamente ci dimentichiamo di quello che accompagna, in maniera fissa le nostre giornate!
Quando si cominciava a paventare la possibilità che “tutto il mondo del pallone” s’arrestasse, sono stato preso dal panico: e adesso, come faccio? ho pensato. Niente più campionato, Coppa Italia, Champions? Nemmeno un’amichevole? Poi, preso atto della tragedia che si stava addensando su di noi, un ‘nuvolone’ che preannunciava temporali e disastri senza fine, sono rinsavito. Da quel momento, la mia mente è stata attraversata da un unico pensiero: io speriamo che me la cavo!
Naturalmente, l’auspicio di cui sopra non è egoistico, è esteso a tutti quanti, in primis ai figli, ai nipoti, ai familiari, ai parenti anche lontani, agli amici… Speriamo veramente che, insieme, ce la caviamo!
Ernesto Pucciarelli