Inguardabile, inesistente, ridicolo, vergognoso, inqualificabile… Dopo i primi 45 minuti di Atalanta-Napoli, sto nervosamente cercando l’aggettivo che meglio renda l’idea della più che negativa prestazione degli azzurri. Una “squadraccia”, il Napoli, senza neppure una parvenza di schema di gioco, timida, paurosa, incapace di opporre la benché minima resistenza agli orobici che, dopo una ventina di minuti, avevano già messo a segno due reti e minacciavano di incrementare il bottino ogni qualvolta si avvicinavano alla nostra area di rigore. E il Napoli? A parte i soliti, velleitari ‘tiracci’ di Insigne verso l’esterno dello stadio, il nulla più assoluto!

Sì, è vero, mancano tanti giocatori di primo piano, il calendario è troppo fitto di impegni, ci si allena poco, ma tutto questo non giustifica il disastro che si sta, ancora, una volta, materializzando sul campo di gioco. Partendo da queste premesse, ci si attendeva una ripresa nella quale ci saremmo dovuti solo rassegnare a “contare” i palloni che avrebbero gonfiato la rete dell’incolpevole Ospina… E invece, ecco quello che pochi si sarebbero atteso. Il Napoli è ritornato in campo trasformato. Ha ritrovato improvvisamente “cuore e polmoni”, stava quasi per concretizzarsi il miracolo della rimonta. L’Atalanta, per una buona mezz’ora, non è più riuscita a superare la linea di centro-campo, il pareggio, che avrebbe sancito il nostro approdo alla finale, era atteso da un momento all’altro. Ma ecco, come sta spesso accadendo in questo periodo buio, la malasorte accanirsi contro i baldi giovanotti in azzurro.

Osimhen fallisce la più facile delle occasioni, e poco dopo un incredibile Pezzella, con uno slalom tra gli atterriti difensori partenopei, degno di un Alberto Tomba nel suo periodo aureo, segna la terza rete che sancisce, praticamente la fine della contesa. Che dire… La delusione è tanta, s’era riaccesa la fiammella della speranza, e invece… Però, quella piccola luce che abbiamo intravisto può essere importante. Ai dipinti del grande Caravaggio, bastava un unico “punto-luce” per rischiarare meravigliosamente le sue opere. Fatte le debite proporzioni, quei segnali di ripresa intravisti nel secondo tempo della partita di Bergamo possono rappresentare l’inizio della ‘rinascita’, la possibilità che il Napoli “ritorni a fare il Napoli” e riprenda a lottare per il reale obiettivo dichiarato dalla società azzurra per questa stagione: la conquista del quarto posto in campionato che dà diritto all’accesso alla prossima Champions. “Spes ultima dea”, sostenevano i nostri antichi padri latini… Sabato prossimo, l’occasione per verificare l’entità di quella ‘speranzella’. Al “Diego Armando Maradona” sarà di scena la Juventus: una convincente prestazione, magari accompagnata da un risultato positivo, ed ecco che, messe da parte le negatività delle Coppe (non dimentichiamo, comunque, l’Europa League!) potremo rilanciarci in classifica e correre verso l’anelato traguardo. Il prossimo futuro ci dirà anche se sarà ancora Gattuso a guidare la navicella azzurra, oppure si renderà necessario un cambio di nocchiero, sperando che ADL rinunci alla balzana idea di un “ritorno al passato”: le ‘minestre riscaldate perdono di sapore, e non mi sono mai piaciute!
Ernesto Pucciarelli