Quella appena trascorsa era una settimana molto importante per avere idee più chiare circa il futuro della stagione calcistica del Napoli. Giovedì, al “Maradona”, è stato di scena il Legia Varsavia, compagine polacca, a sorpresa, in testa a punteggio pieno nel girone di Europa League nel quale è inserito anche il Napoli. Una mancata vittoria da parte degli azzurri, ma anche un pareggio, avrebbe in pratica significato dare l’addio alla competizione europea. Per molti, l’eliminazione era auspicabile, per concentrare tutte le nostre attenzioni sul campionato. Non sono d’accordo con questa corrente di pensiero: a mio modesto avviso la rosa partenopea è forte e ben attrezzata per partecipare degnamente ad ambedue le competizioni, anche per dare spazio a quei calciatori che vengono meno utilizzati in campionato da mister Spalletti, mantenendoli, come suol dirsi, “sulla corda”.

Il Napoli ha vinto largamente la gara, anche se ha dovuto patire non poco per aver ragione dei polacchi: parate miracolose del loro giovane portiere, tiri usciti fuori dallo specchio della porta per centimetri, imprecisioni dei nostri attaccanti, ma alla fine l’obiettivo è stato centrato. Secondo posto nel girone, qualificazione alla fase successiva ampiamente possibile.



E veniamo al campionato. La trasferta laziale, sponda romanista, era irta di trappole, di difficoltà, non ultima la forte volontà dei giallorossi capitolini di “sgambettare” gli azzurri invitti e di mandare nel dimenticatoio la pessima figura (sconfitta per 6 a 1!) rimediata in Norvegia. La Roma è squadra ‘vera’, forte ed equilibrata con un “conduttore” di primo piano (Mourinho) a guidarla.

Il pareggio conseguito dai partenopei è sicuramente positivo. E’ vero, le migliori occasioni se l’è procurate il Napoli (un palo, una rete annullata, giustamente, per fuorigioco, una traversa ‘pizzicata’, un rigore grande come una casa negato dall’arbitro Massa per un fallo evidente su Anguissa, e tanto altro ancora) ma anche i giallorossi, nelle loro improvvise ‘fiammate’, spinti da uno stadio Olimpico “elettrizzato”, hanno più volte sfiorato il vantaggio. A conti fatti, perciò pareggio giusto, ed amen! Da evidenziare l’arbitraggio di Massa, definiamolo all’inglese, che è stato abbastanza equanime con le due compagini (rigore su Anguissa escluso!) scontentandole entrambe. Prova ne sia l’espulsione, (per proteste in campo quella di Mourinho, a gara terminata l’altra di Spalletti, per un suo applauso indirizzato al direttore di gara, dal medesimo giudicato ironico) di entrambi gli allenatori.

Il Milan, che aggiunge una fortuna sfacciata ai suoi indubbi meriti di compagine di valore, ci ha riagguantati in testa alla classifica che, naturalmente, continua al momento ad avere scarso significato. Però, i sette punti di vantaggio dei rossoneri e degli azzurri sull’Inter, loro più immediata inseguitrice, sono davvero così poca cosa? Non possono essere considerati un primo, timido, tentativo di “fuga a due”?
Ernesto Pucciarelli