Pensieri liberi – Ieri sera, allo stadio Olimpico di Roma, l’ennesima sfida calcistica tra gli azzurri del Napoli e i bianconeri juventini. Negli ultimi otto anni, sono queste le compagini che hanno dominato il panorama calcistico nazionale. Tra le due, una ‘piccola’, ma sostanziale differenza: è stata sempre la Juventus a vincere lo scudetto! Noi? Spesso alla piazza d’onore, qualche modesta soddisfazione con la conquista d’una Supercoppa e di qualche Coppa Italia. Dobbiamo, però, orgogliosamente aggiungere la presenza costante nelle competizioni europee, anche se ancora con “zero tituli”, come diceva un famoso ‘mister’ d’origine portoghese oggi non più sulla cresta dell’onda.

La Coppa Italia… Una volta la si definiva ‘la coppetta’, magro premio di consolazione per chi non era riuscito a raggiungere obiettivi più significativi, di maggiore prestigio. Probabilmente, non è più così: vincere quella che, comunque, è la competizione che, a livello di prestigio, viene subito dopo il titolo nazionale, rappresenta motivo di soddisfazione. Bisogna essere concreti ed obiettivi: il predominio juventino, non si discute! Per organico, per organizzazione societaria, per disponibilità economica (ma anche per tutta una serie di motivazioni più subdole, ‘nascoste’ ma reali!) la “Vecchia Signora”, da un decennio a questa parte, non ha rivali. Sì, un paio di volte ci siamo avvicinati, siamo stati lì lì per… ma poi ci siamo arresi.

E allora, quando, una tantum, riusciamo ad aver ragione dei bianconeri, li costringiamo ad assaporare l’amaro calice della sconfitta, che soddisfazione! E se, come nella partita dell’altra sera, la vittoria è pienamente meritata, frutto di un predominio che, prescindendo da qualche iniziale leggerezza, s’è manifestato per quasi tutta la durata dell’incontro, beh, in questo caso, è una vera e propria libidine! E’ vero, abbiamo vinto soltanto ai calci di rigore, ma la dea bendata non s’è schierata, come spesso accade negli scontri con la corazzata torinese, al nostro fianco. Due pali che gridano ancora vendetta, almeno altre 3/4 occasionissime fallite per un soffio e per i ‘miracoli’ dell’immarcescibile Buffon! E loro, gli invincibili, i “padroni del vapore”? A voler essere generosi, nell’arco dei novanta minuti, possiamo considerare un solo ‘pallone’ pericoloso scagliato contro il monumentale Meret, che s’è preso anche la soddisfazione di parare, in bello stile, il calcio dagli undici metri del quasi infallibile Dybala.



Abbiamo vinto perché l’abbiamo fortemente voluto, perché la squadra ha saputo plasmarsi seguendo le indicazioni e l’esempio del suo condottiero. ‘Ringhio’ Gattuso, però, se non avesse potuto contare sulla piena collaborazione dei suoi giocatori, e della società, ben poco avrebbe potuto ottenere. Quando, alcuni mesi fa, il ragazzo di Calabria ha preso in carica il Napoli, subentrando al pluridecorato Carletto Ancelotti, non pochi furono quelli che pronosticarono un sua brevissima permanenza alle falde del Vesuvio. Invece, non è andata così: con il lavoro costante, l’impegno, la determinazione, il coraggio, Rino è riuscito a far ‘risorgere’ il Napoli, fornendo alla squadra quelle motivazioni che, nel periodo ancelottiano, erano venute clamorosamente a mancare.

Le lacrime di Callejon, al termine dell’incontro, ne siamo certi, hanno un duplice significato: da una parte, hanno espresso il dispiacere per la sua ultima partita disputata in maglia azzurra; dall’altro lato, il rammarico di non far più parte del nuovo progetto di rinascita del ‘club’, fortemente voluto da tutti coloro che hanno a cuore le sorti del calcio-Napoli.
Crediamo fermamente in questo progetto ma, per il momento, godiamoci la conquista della Coppa Italia che vuol dire, tra l’altro, anche sicura partecipazione alla prossima edizione della Europa League, a meno che agli azzurri non riesca anche il miracolo della risalita, fino al quarto posto, in campionato. Pensare in positivo, sognare, non costa nulla…
Ernesto Pucciarelli