Di solito, tutte le squadre, alla ripresa del campionato dopo una lunga sosta, trovano qualche difficoltà. Il ritmo-gioco s’è spezzato, molti giocatori sono stati impegnati con le loro Nazionali, qualcuno, probabilmente, s’è un tantino lasciato andare a tavola e nell’extra tavola…

Al “Maradona”, sabato pomeriggio. era di scena il Torino, squadra “tosta”, ottimamente allenata e con il dente avvelenato per aver perso le due ultime partite dopo un inizio di stagione lusinghiero. Ebbene il Napoli, in una quarantina di minuti, aveva già messo alle spalle del portiere granata tre gol, due dei quali realizzati da un impagabile Anguissa, che adesso non si accontenta più di dominare a centrocampo, coadiuvato dall’ottimo Lobotka, ma ha deciso di trasformarsi anche in goleador. La tripletta è stata completata dal solito Kvara, non proprio irresistibile ieri ma, comunque, decisivo con la sua rete che ha in pratica chiusa la partita ed autore di due assist, veri e propri calci di rigore in movimento, purtroppo malamente sciupati da Zielinski.



Poi, gli azzurri hanno smesso di giocare. Che cosa sarà successo? Inconsciamente, i ragazzi partenopei si sono proiettati con la mente a martedì prossimo, quando scenderanno in campo ad Amsterdam, avversario l’Ajax? Oppure hanno ricevuto l’ordine di risparmiarsi e di limitarsi a controllare l’incontro? Forse sono vere entrambe le cose. Certo, la partita con gli olandesi è importantissima, vincerla significherebbe stare già con un piede e mezzo agli ottavi di Champions. Però il Napoli non è squadra capace solo di “controllare”, o meglio non lo è ancora. Per farlo, occorrono dei meccanismi di gioco quasi perfetti, sincronismi di movimenti che si acquisiscono soltanto dopo lunghi tempi di “stare insieme”. Nella seconda frazione di partita, perciò, i torinisti, che già avevano, un po’ fortunosamente accorciato le distanze sul finire dei primi 45 minuti, hanno tenuto in mano il pallino del gioco. Per la verità, tranne appunto il dominio nel possesso palla, i giocatori di Juric si sono resi pericolosi in poche occasioni, mirabilmente sventate da un ottimo ed attento Meret, che “cresce” di partita in partita.

Alla fine, possiamo dire: missione compiuta! Il Napoli, tra campionato e coppa, ha vinto la sesta partita di fila, è rimasto in testa alla classifica (conta poco o niente, adesso, però il morale. a forza di stare lassù, si rafforza), ha già inflitto in classifica un notevole distacco a Inter e Juve, candidate nei pronostici alla vittoria finale. Ma quello che conta maggiormente è che gli azzurri stanno conseguendo le suddette vittorie a seguito di prestazioni caratterizzate da un gioco esteticamente piacevole, ordinato, vario ed efficace.
Ernesto Pucciarelli