Ieri sera, al “Maradona”, di scena il Torino. La partita non era delle più facili, e s’è confermata ostica, per una serie di motivi di carattere tecnico e di ordine psicologico, ma alla fine – rete del puntuale Osimhen – i tre punti sono stati messi in cassaforte. Anzitutto, va detto che la squadra plasmata dall’ottimo Juric secondo i suoi canoni tattici ed il suo collaudato “credo” calcistico ha dimostrato di possedere, oltre a validi schemi, anche delle notevoli individualità, in particolare sulle fasce e nei centrali difensivi. E’ vero che le occasioni più ghiotte se le sono procurate gli azzurri, ieri in maglia stile “Uomo ragno” (in primis, il rigore fallito da Insigne, il palo clamoroso di Lozano, il gol di Di Lorenzo annullato, giustamente, dal Var per un fuorigioco, credo di millimetri!), ma anche i granata hanno avuto le loro buone occasioni, gettate alle ortiche per imperizia o sventate dal sempre provvidenziale Ospina.

Va ricordato, poi, che buona parte dei giocatori partenopei erano reduci dai tour nei posti più disparati del globo terracqueo. Spalletti ha dovuto fare di necessità virtù, ‘inventandosi’ una formazione da contrapporre al toro dopo appena un allenamento e mezzo! La rosa è vasta, è vero, i giocatori esperti e scafati, ma per una squadra di calcio il lavoro quotidiano insieme è di importanza fondamentale.



E veniamo alle difficoltà di natura psicologica. Il record delle vittorie consecutive (raggiunto quello di Sarri!), l’abbiamo più volte evidenziato, ha essenzialmente un valore statistico, ma volete che – seppur inconsciamente – i baldi giovanotti partenopei non siano in qualche modo condizionati dalla volontà di renderlo quanto più possibile duraturo? E il fatto di dover giocare a “rincorrere” il Milan che gioca sempre prima, con l’assillo d’essere obbligati a vincere per mantenere il primato, davvero non conta proprio niente?
Aggiungo infine, più per celia che per convinzione (“Non è vero ma ci credo”!) che ieri era il giorno 17 del mese.

Bene, tra il serio e il faceto sono giunto alla conclusione delle mie brevi considerazioni su Napoli-Torino. E per il futuro? “Di doman non v’è certezza”, ammoniva Lorenzo il Magnifico, e credo che la massima si calzi a pennello per il Napoli. Non servono calcoli, sono inutili previsioni e pronostici: l’unica via da seguire è quella del “pensare partita per partita”. Il Napoli sta dimostrando d’essere forte, (quasi un terzo del campionato è, ormai, in archivio, non va più considerato una ‘sorpresa’) una vera squadra, unita in tutte le sue componenti negli intenti e nella volontà di raggiungere importanti obiettivi: i conti si tireranno alla fine!
Ernesto Pucciarelli