Napoli – Il 21enne, Raffaele Perinelli, incensurato, è morto poco dopo mezzanotte di ieri nell’ospedale Cardarelli di Napoli per una ferita da coltello al petto. Il giovane, residente in periferia nel quartiere Miano, è stato portato al pronto soccorso dell’ospedale da uno sconosciuto che si è dileguato prima di poter essere identificato. Perinelli è morto poco dopo essere giunto al Cardarelli.

L’omicida è un venditore ambulante: “Avevamo già litigato, mi ero armato perchè temevo di essere aggredito”.

Vittima e omicida si sono incontrati casualmente ieri sera, intorno alle 21, in via Janfolla, nel quartiere Miano, poco distante dall’abitazione di Perinelli.



L’ambulante era in auto, Perinelli sul suo scooter. Le vecchie ruggini che esistevano tra i due – dopo una precedente lite in discoteca – sono riesplose, ed è scoppiato un nuovo diverbio.

L’omicida ha estratto un coltello (al pm ha detto che lo portava con sè da alcuni giorni nel timore di essere aggredito da Perinelli) e ha sferrato un fendente al petto del giovane, fuggendo subito dopo. Nel giro di poche ore ha deciso di presentarsi ai carabinieri, accompagnato dal suo legale.

Raffaele Perinelli è figlio di Giuseppe, ex esponente dei Lo Russo assassinato in un agguato nel 2003. Indagano i carabinieri che stanno cercando ci capire quale sia stato il luogo dell’accoltellamento.

Perinelli aveva solo due anni quando suo padre fu ucciso in un agguato di camorra. Da allora si era tenuto lontano dagli ambienti della malavita e aveva fatto una scelta di vita coraggiosa e diversa da quella del genitore: quella della carriera sportiva. Innamorato del pallone fin da bambino, era diventato un promettente giovane calciatore della serie D della Campania.

Giocava terzino sinistro ed era cresciuto nella giovanile del Sant’Agnello. Due anni fa si era speso per la salvezza del Gragnano in serie D e poi aveva indossato la maglia della Turris. Attualmente era ‘svincolato’ in attesa di trovare una nuova squadra dove giocare. Appena due settimane fa la sua ex squadra, la Turris, era stata condannata a risarcirgli 3 mila euro dopo che il terzino aveva citato la società corallina per non avergli corrisposto tutto lo stipendio pattuito. La vertenza era finitia in Procura Federale.