Scontri al corteo, un ferito. Dopo ore di attesa arriva la fumata nera

Rabbia e tensione al corteo dei risparmiatori della Deiulemar. Stanchi delle promesse non mantenute, gli obbligazionisti della società sono scesi a protestare ancora una volta contro quella che appare sempre di più una corsa verso il baratro della società di navigazione. E’ partito, nei giorni scorsi, da Piazza Santa Croce il corteo per poi risalire fino alla prima tappa, la sede di Via Vittorio Veneto. “Ladri, ladri, ladri” hanno urlato con rabbia circa mille risparmiatori. Le forze dell’ordine, in tenuta antisommossa, hanno cercato di placare la rabbia dei manifestanti sempre più decisi a volerci vedere chiaro. Culmine della protesta sono stati gli scontri avvenuti fuori all’Hotel Sakura, i manifestanti hanno spinto per superare le barricate della polizia e sono riusciti
ad arrivare alla villa della famiglia Della Gatta. Presente il sindaco Ciro Borriello: a tentare di mediare tra la folla e le forze dell’ordine, il primo cittadino della città del corallo ha cercato di convincere i manifestanti a cambiare rotta. La folla allora si è così spostata alla sede della compagnia armatoriale mentre un gruppo di manifestanti
è rimasto a presidiare l’Hotel sakura impedendo ai turisti di uscire. Durante gli scontri con le forze dell’ordine è rimasto ferito un uomo, trasportato all’ospedale Maresca ha riportato un trauma cranico. Sull’altro versante della protesta, a via Tironi, i risparmiatori hanno spinto per entrare: “Vogliamo partecipare tutti all’incontro
con i vertici della società”, ma, rifiutata la richiesta, è entrata all’incontro una delegazione di 15 persone tra avvocati e rappresentanti dei risparmiatori. Dopo ore di attesa giunge il verdetto dell’incontro: la società è disposta a offrire fino al 40 per cento in azioni ai risparmiatori, ed è previsto per il 17 aprile un piano di rientro
economico. Vanno in fumo, quindi, le speranze di poter recuperare anche una piccola somma in contanti, una notizia che lascia le centinaia di risparmiatori che avevano atteso fino alle 22 per avere una risposta in uno stato di rabbia e sconforto, la risposta è unica: “Continueremo a lottare, non possiamo mollare”.
Carolina Esposito
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 4 aprile 2012