Cittadini e commercianti abbandonati a se stessi. La legge è uguale per tutti?

(i) Torre del Greco – "Nel nome della legalità, fermatevi": potrebbe essere il nome di un documentario, o il titolo di "best seller". Invece, è solo la virtuale frase impressa sulle palette delle forze dell’ordine da giorni impegnati nella battaglia per l’uso del casco: posti di blocco ovunque, Torre del Greco blindata con motociclisti ormai senza scampo. Certo, la repressione è indice di forte disagio sociale e segna, in tal caso, il fallimento delle "buone maniere": nulla da fare, le campagne di sensibilizzazione hanno fatto fiasco, così come sono caduti nel vuoto gli svariati appelli del "sindaco sceriffo" Ciro Borriello, di recente aggredito da un centauro senza l’elmetto protettivo. E allora, via libera alle maniere forti: decine di sequestri di motorini e pesanti verbali amministrativi, questo il conto presentato da vigili urbani, polizia e carabinieri nei confronti dei cittadini indisciplinati. Ma la battaglia per la legalità è ancora lunga. La vicenda del depuratore, la realizzazione di controverse opere stradali e i continui abusi edilizi non sono altro che la cartina di tornasole di una città dove l’illegalità prevale, proveniente il più delle volte da logiche di potere e da gruppi di interessi economici. La Wisco Spa ha resentato ricorso al Tar della Campania per ottenere l’annullamento dei provvedimenti di ritiro dell’autorizzazione paesaggistica effettuato dall’amministrazione Borriello. Resta quindi tutt’aperta la questione per la realizzazione del depuratore più pericoloso d’Italia, opera simbolo delle responsabilità di una certa classe politica. Così come per i lavori al ponte di via Curtoli e quelli per la costruzione di uno nuovo in città: il primo cantiere – che rientra nell’operazione di ampliamento della terza corsia autostradale – desta molte preoccupazioni dato che il ponte sarebbe collegato di fronte a due palazzi, e con un senso di marcia che porta dritto all’ospedale Maresca. Per il secondo, che unisce due fondi – di proprietà della famiglia Bottiglieri n.d.r. – divisi dalla carreggiata autostradale, non si è ancora capita quale sarebbe la pubblica utilità dell’opera. Di certo, si attendono nuovi sviluppi dall’attività di controllo della settima commissione consiliare: pare che sia pronta una nuova acquisizione di atti per fare ulteriore chiarezza sulla vicenda. Una vicenda oscura, cosi come quella che ha interessato il parcheggio nell’area portuale a ridosso del mercato del pescato: la pavimentazione in asfalto pare sia stata eseguita senza il rilascio di alcuna autorizzazione. Quindi, illegale.
Nino Aromino