Vesuvio

Torre del Greco – Fino al 1944 la popolazione vesuviana conviveva con la costante attività del Vesuvio ed aveva una certa “confidenza” con le eruzioni. La popolazione di oggi, non avendo tale confidenza, è sostanzialmente disinformata sui reali rischi vulcanici. Si pensa di fare un’adeguata campagna informativa?

Io penso che ogni cittadino torrese sappia benissimo che abbiamo un vulcano attivo e che ci sono rischi, seppure ipotetici, di eruzione. Non si potrebbe neanche fare un’informazione corretta visto che di certezze non ne ha nessuno su quest’argomento.



Il Piano Nazionale d’Emergenza prevede l’allontanamento dei cittadini anche attraverso la via del mare. Il porto torrese, per caratteristiche e struttura, lo consentirebbe?

Assolutamente no, ed essendo la via di mare quella più sicura, non basterebbe rifare il porto. Ci dovremmo preoccupare di come arrivare al porto, al momento sono chiuse le vie di accesso a esso.

A proposito di strade, lei vorrebbe la costruzione della strada Panoramica pedemontana…

Questa città non è stata costruita tenendo conto del rischio Vesuvio, si è costruito senza nessun riferimento alla questione, dunque credo che ci sia bisogno di nuove vie di fuga e di adeguare quelle attuali.

Cosa pensa si debba fare perché un’emergenza vulcanica non ci colga impreparati?

L’Osservatorio Vesuviano è abbastanza all’avanguardia e credo, da quello che sento e riesco a sapere, che non saremo colti impreparati. Ciò che bisogna migliorare è l’infrastruttura, sia della vivibilità quotidiana sia rispetto al rischio Vesuvio. Su questo, secondo me, c’è molto da fare.
Maria Iovine

Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 3 febbraio 2010