EDITORIALE

A proposito della monnezza si diceva nello scorso numero che noi, la gente, siamo arrivati al punto di saturazione. E la mondezza non è che la "goccia che fa travasare il vaso". Un punto preceduto da anni di insoddisfazioni e di scontento trattenuti, di insopportabilità e intolleranze crescenti, di paure e terrori repressi, di arrangiamenti e continue rinunce (e va be’, facciamone a meno) e, va detto, quel che fa più male. soprattutto di speranze disilluse. Ogni qualvolta si prospettava un cambiamento, noi stessi con buona stampa, fomentavamo l’illusione di una qualsivoglia miglioria o buona intenzione dal nuovo politico di turno. E, invece, punto e daccapo, sempre peggio, a convivere con la monnezza della monnezza, in tutti i sensi, a dover mettere qualche grata in più alle finestre, a guardarsi le spalle, a farsi controllare i polmoni e a dover stringere il cordone della borsa. Senza illusioni perché in primavera vi saranno le elezioni e, a governarci, nonostante le nuove tangentopoli prospettate dalla magistratura, da destra e da manca le prospettive solo nel mutamento dei nomi dei partiti sembrano rivolgersi al POPOLO, ma sempre più continuano nella volontà precisa di lucrare sul nostro appiattimento, sul nostro scontento. Staremo a guardare, o, come dice l’Esperto sul punto di saturazione, la rabbia , al suo massimo deve scoppiare. E le avvisaglie di disperazione e di rabbia sconvolta, sconvolgente e autolesionistica, si sono riversate nelle vie e nei vicoli del decantato Miglio d’oro dai cassonetti incendiati o ribaltanti, scassati, coi loro contenuti maleodoranti spiattellati e cessi, vecchi frigo che davano l’altolà alle macchine e messaggi al popolo della notte ( di qui non si passa, tornate indietro! Come un urlo impotente: Più che la bellezza potè la monnezza. Siamo governati dalla monnezza, siamo prede della monnezza. Ma c’è qualcuno che rivendica un briciolo di speranza, che crede si stia concretizzando, al di là del tiranneggiamento dei partiti, nei giovani. Saranno loro la nostra salvezza?
Clelia Sorrentino