Solidarietà ai cittadini che vivono vicino alle discariche e che lottano per la salute

(a) Torre del Greco – Lo scorso 17 aprile la Rete dei Comitati e Movimenti Vesuviani celebrò i “funerali del Parco Vesuvio”, come segno di protesta per lo scempio delle discariche in piena area protetta. Successivamente, il TAR Lazio sospese la decisione del Governo di aprire la discarica di “cava Vitiello” e rinvia ogni decisione in merito a gennaio 2011. Nello stesso periodo una commissione europea, guidata da Judith Merkies, inorridì nel constatare come, tra le altre, la discarica già esistente a Terzigno fosse al di là di ogni norma, colma di rifiuti che creano dissesti all’ambiente e al territorio circostante. Oggi c’è di nuovo lo spettro dei sacchetti che si accumulano nelle strade del napoletano. Cosa sta succedendo e per quanto andrà avanti questa situazione? Un punto nodale del problema sembrano essere i forti interessi economici nel settore che hanno alimentato una vera e propria guerra per ottenere gli appalti. La posta in gioco è alta e chi fatalmente viene tagliato fuori fa esplodere la propria rabbia. Ma c’è anche un’altra importante motivazione: in Campania non c’è un vero ciclo integrato dei rifiuti e di conseguenza le discariche e l’inceneritore di Acerra, peraltro non ancora a regime, vengono inevitabilmente a saturarsi di rifiuti inadeguati sia per quantità che per qualità. Questa situazione non può lasciare noi torresi indifferenti, in quanto il nostro comune, che rientra nel Parco Vesuvio, è troppo vicino alle discariche “pomo della discordia”. Anche “La Torre”, che segue attentamente le tante problemat i che ambientali della città (un esempio tra tutti, la battaglia contro l’attivazione del depuratore per i rifiuti tossici), non può non essere vicina alla strenua lotta dei cittadini a ridosso delle discariche Sari e Vitiello. Agnese Borrelli, sindaco di Boscotrecase, ha recentemente affermato ”Noi non siamo camorristi. Siamo gente per bene che manifesta pacificamente. Siamo cittadini che vogliono difendere il loro territorio. Le cariche della polizia sono inaccettabili”. È di questi giorni il tagliente giudizio dei commissari europei: ”Venti anni per risolvere il problema dei rifiuti in Campania sono un tempo inaccettabile”. I servizi della Commissione hanno chiesto alla Campania di accelerare ”altrimenti la procedura d’infrazione andrà avanti” e l’Italia sarà portata di nuovo davanti alla Corte di giustizia.
Mariacolomba Galloro
 
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 13 ottobre 2010