La vicenda continua a tenere col fiato sospeso molti cittadini e la stessa società armatoriale

(a) – La questione Deiulemar continua a tenere ancora banco e a lasciare col fiato sospeso i tanti risparmiatori torresi. Tante sono le voci che si susseguono e molte quelle che di queste risultano essere infondate e generano panico ingiustificato tra gli investitori. La Deiulemar Compagnia di Navigazione SPA si è trovata a gestire, nell’ultimo mese, una situazione difficile ed improvvisa sotto tutti i punti di vista.
Ma cerchiamo di mettere un po’ di ordine in tutta questa vicenda che vede coinvolti moltissimi cittadini, torresi e non, e una delle società armatoriali più imponenti d’Italia.
Con certezza sappiamo che: la crisi è a livello mondiale ed ha colpito anche la la Deiuemar Compagnia di Navigazione SPA; è scoppiato il panico tra le migliaia di obbligazionisti nonostante la continua presenza e le rassicurazioni della tre famiglie armatoriali (Iuliano, Lembo, Della Gatta); è iniziato l’1 febbraio, come previsto (a parte qualche piccolo disguido), il censimento dei titoli; è stato nominato un nuovo amministratore, Avv. Roberto Maviglia; lo stesso amministratore nei giorni scorsi ha incontrato un gruppo di avvocati (Antonio Cardella – Ass. Unione Consumatori, Giuseppe Rizzo, Eva D’Urzo, Alessandro Cacchione – ASCOM, Giuseppe Colapietro – Noi Consumatori, Alessandro e Giovanni Gentile, Raffaele Russo e Giovanni Di Giacomo) che rappresentano una parte di investitori. In quella occasione, di fatto, si è aperto un tavolo tecnico che sarà sicuramente allargato anche a quei comitati che non hanno intenzione di intraprendere, per il momento, alcuna via legale e prediligono la strada del dialogo. Tra questi, il comitato noi deiulemar.
Tante le voci infondate messe in giro ma che son state sufficienti ad alimentare il panico degli obbligazionisti, tanto da indurre molti di essi a chiederne l’immediata restituzione: gli armatori corallini hanno venduto gli alberghi; sono scappati; la società chiude o ha chiuso i battenti, l’ipotesi di un prematuro crac finanziario ed altro ancora. In pratica, questo clima non aiuta affatto la situazione e, tantomeno, favorisce gli investitori.
Le ipotesi: la più accreditata è quella del concordato preventivo, ma non ci azzardiamo a dare alcuna percentuale, preferiamo parlare sulla base di dati certi. Una volta accertata la consistenza economica con una ricognizione patrimoniale e saputo a quanto ammonta il debito, allora si potranno dare numeri certi.
E’ importante, altresì, sapere quali sono le società che entreranno in gioco e se entrerà in gioco, totalmente o parzialmente, anche il patrimonio personale delle tre famiglie.
Conclusioni: Inutile girarci intorno, il dado è tratto. Il danno c’è e bisogna fare in modo che si limiti il più possibile. Bisogna aspettare e stare calmi, discutere su dati certi, una volta venuti a conoscenza di tutto, nel più tempo breve possibile, allora si potrà decidere sul da farsi. Riteniamo che commenti e le voci infondate sono soltanto dannose per gli investitori.
Antonio Civitillo

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola l’8 febbraio 2012