Chiuso il censimento: la società armatoriale proponemassimo il 40 per cento in azioni

(a) Sembrano ormai perse le speranze di recuperare il denaro per le circa 13.000 famiglie di Torre del Greco che avevano investito i loro risparmi nella compagnia armatoriale Deiulemar Compagnia di Navigazione s.p.a.
Ultimo episodio in ordine di tempo, da aggiungere al travagliato panorama a cui si trovano ad assistere le migliaia di risparmiatori che avevano avuto fiducia nella storica compagnia di navigazione della città all’ombra del vesuvio, è stato il tentativo di linciaggio di uno dei proprietari della società, Angelo della Gatta, che trovatosi nel pomeriggio di sabato 31 marzo in via Diego Colamarino, è stato accerchiato da una serie di persone le quali prese dalla disperazione e dalla paura che più li spaventa da due mesi a questa parte, cioè di perdere per sempre i tanto sudati risparmi di una vita, hanno deciso di sfogare la loro rabbia sull’esponente della famiglia della Gatta. Quest’ultimo è riuscito, grazie all’aiuto del titolare di una boutique presente lì in zona, a rifugiarsi nel portone del palazzo di fronte alla zona dell’aggressione, e a sfuggire in questo modo a quella che intanto si era trasformata in una piccola folla inferocita.
Ennesimo episodio insomma, e probabilmente non ultimo, che fa capire in maniera evidente come sia cambiato il volto di quella che fino a poco tempo fa era una tranquilla cittadina della provincia di Napoli.
Un travaglio che dura ormai da circa due mesi, alternato da più o meno confortanti rassicurazioni: prime fra tutte quelle espresse dall’ex storico amministratore unico della societa, il capitano Michele Iuliano, che scongiurò l’incubo del crack finanziario durante una riunione organizzata poche settimane fa presso l’Hotel
Sakura. Parole che non riuscirono a calmare gli animi dei numerosissimi obbligazionisti che, nei giorni
scorsi, hanno organizzato diverse manifestazioni per ribadire il loro “NO” ad ogni forma di accordo che non prevedesse la restituzione dei loro soldi.
Il passaggio dello scettro del comando della società all’avvocato Roberto Maviglia, nominato in sostituzione del capitano, non ha contribuito a cambiare le cose, anzi le proposte nate dopo l’insediamento del nuovo amministratore della compagnia hanno infervorato ancora di più gli animi delle famiglie titolari di certificati
obbligazionari per circa 700 milioni di euro, il cui riconoscimento di legittimità è stato per un certo periodo messo in dubbio dal fatto che solo una piccola parte, circa 40 milioni, era iscritta al bilancio della società,mentre i restanti certificati, appartenenti al cosidetto “mondo parallelo”, rischiavano di non avere valore
legale: "Deiulemar si trova a dover fronteggiare i problemi connessi con la circolazione di certificati di tipo obbligazionario non strettamente riconducibili alla società – tra le prime dichiarazioni diMaviglia -,ma emessi nel corso degli anni fuori delle regolari procedure societarie". Dopo la chiusura del censimento per stabilire a
quanto ammontasse il credito che la società vantava nei confronti degli obbligazionisti, la stessa ha avanzato una serie di proposte: ultima delle quali la conversione del 30%del capitale posseduto da ogni obbligazionista in azioni.
Proposta per nulla presa in cosiderazione dai cittadini della città del corallo che pretendono la restituzione cash di tutto il loro investimento.
Carmine Apice