Impossibile credere al peggio

La Deilemar è stata da sempre una delle società più floride del territorio, impegnata fin dall’inizio da numerose attività che l’hanno contraddistinta in termini di serietà, solidità, impegno e attività. Il suo settore tecnico svolge la propria attività operando in accordo agli standard più elevati, dettati dalla flessibilità dell’impostazione commerciale e dal notevole valore tecnico della flotta.
Si occupa del mantenimento alla massima efficienza di tutte le navi della flotta. Nell’ufficio tecnico sono impiegate maestranze e professionalità di alto livello. Tale dipartimento gestisce la manutenzione programmata di tutta la flotta avvalendosi delle più avanzate tecnologie di comunicazione tra bordo, uffici a terra. Il sistema, affiancato ad una complessa architettura di comunicazione, consente di controllare in tempo reale le informazioni ed i parametri principali, consentendo una pianificazione economica; il livello professionale delle figure impiegate e degli alti ufficiali di bordo garantisce, inoltre, una gestione oculata ed efficiente della complessa macchina della sicurezza. Inoltre, la Deiulemar si occupa dell’approvvigionamento sulle navi dei rispetti, dell’utensileria, delle attrezzature tecniche, dei viveri e di tutto quanto necessario per la navigazione e la vita della nave stessa e operando, per tutta la parte relativa ai combustibili e agli oli lubrificanti, direttamente con i primari attori mondiali. Si occupa, ancora, della selezione, della gestione e della qualificazione del personale di bordo. Le attività di formazione e di aggiornamento del personale, con l’ausilio di aule e di supporti didattici interni alla Compagnia, sono realizzate nel pieno rispetto delle procedure ISM e secondo i requisiti previsti dalla vigente normativa STCW 95. A tale dipartimento fanno capo anche le responsabilità per gli adempimenti derivanti dalla normativa di Sicurezza sul lavoro e dell’idoneità sanitaria del personale marittimo.
Insomma, un colosso così ben avviato che sembrerebbe impossibile pensare al peggio.
Mariella Ottieri
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 25 gennaio 2012