Mentre le famiglie litigano, aumenta l’ansia degli obbligazionisti con il rinvio dell’udienza sul ricorso

E’ noto a tutti che le tre famiglie, che si trovano ai vertici della Deiulemar, già da tempo non vanno d’accordo. Anche se i Lembo e i Della Gatta si sono uniti per presentare lo stesso concordato e ricorso, la famiglia Iuliano ha deciso di presentare il ricorso da sola. Ma i punti di scontro e di discussione tra loro non mancano.
A molti sono note le ultime e forti dichiarazioni, rilasciate ad alcune testate giornalistiche, della vedova del “Capitano”, Gina Lembo, nelle quali asserisce che già da anni il compianto marito era preoccupato per le sorti e l’indebolimento della DEIULEMAR Compagnia di Navigazione Spa, di cui lui era, lo ricordiamo, Amministratore Unico. Svelando, con tali dichiarazioni, alcuni retroscena che fanno comprendere quanto astio ci sia tra tutti loro.
Di fatto la famiglia Iuliano si è chiusa sin dall’inizio a riccio anche nei confronti degli obbligazionisti e delle altre due famiglie. Altro rumors che trova forti riscontri, e fa comprendere quanto siano difficili i rapporti tra di loro, è che Leonardo Lembo ha presentato le dimissioni, da giorni non si presenta alla DEIULEMAR shipping Spa.
La "guerra" tra le famiglie è accesa e non si escludono che ci potrebbero essere colpi “bassi” e colpi di scena, ma tutto questo va a discapito degli obbligazionisti.
Voci: nel frattempo correva voce, a poche ore dell’udienza del 4 luglio, che i curatori hanno venduto la nave "Città di Torre del Greco". La notizia sembra essere infondata, la curatela, secondo voci di corridoio, non ha venduto la nave, ma, più precisamente non vuole ritirarla dai cantieri e sembra che abbia chiesto alla Banca Tedesca, che ne ha finanziato la costruzione, di curarsi della vendita.
Ma l’istituto bancario sembra non essere interessato all’operazione. Siamo in una fase economica delicata ed il mercato è basso, vendere i beni rapidamente, dell’adesso fallita Deiulemar Compagni di Navigazione Spa, vuol dire rischiare di svenderli e di conseguenza incassare di meno a discapito di tutti i creditori.
Ricorso: L’attenzione degli obbligazionisti era rivolta tutta all’udienza del 4 luglio, udienza nella quale il giudice della Corte d’Appello, Celentano, si doveva esprimere in merito ai ricorsi presenti dalle famiglie Della Gatta-Lembo e dalla famiglia Iuliano. Ma sembra che per un errore di notifica i legali della famiglia Iuliano hanno chiesto il rinvio. Il giudice rinvia l’udienza al 26 settembre, ma, ricordiamo che il 25 settembre è il termine ultimo per poter presentare la richiesta di ammissione al passivo. Ovviamente tutto questo ha messo ancor di più in stato di confusione le oltre 10mila famiglie, ed in molti auspicano che il giudice Palescandolo protragga i termini per la presentazione della richiesta di ammissine al passivo.
Responsabilità: riteniamo che le tre famiglie, chi più chi meno, siano tutte responsabili della vicenda. Ma, altri responsabili sono da ricercarsi in tutti quegli organi di controllo che di fatto non hanno vigilato. Ricordiamo che la magistratura, concordato o non concordato, accerterà il grado di responsabilità di ognuno.
Vie d’uscita: ce ne son poche, anche se qualche avvocato non è d’accordo la via più conveniente e rapida è quella di un ottimo, e sottolineiamo ottimo, concordato. Ricordiamo che il concordato integrato anche con i capitali personali delle famiglie Lembo-Della Gatta è arrivato al 70%, con un buon cash. Con la partecipazione della famiglia Iuliano il concordato potrebbe migliorare ancor di più.
Appello: rivolto alle tre famiglie, della vostra "faida" non ci interessa! Proclami o parole sparate a caso non servono alla causa. E’ necessario fare chiarezza, unire le forze per conseguire un unico obiettivo: limitare notevolmente il danno per il bene di tutti. Giusto o sbagliato che sia, le due famiglie, Lembo e Della Gatta, durante questi mesi hanno incontrato obbligazionisti e cercano di mettere in piedi un buon concordato.
E’ necessario, per ottenere un ottimo risultato, che anche gli appartenenti alla famiglia Iuliano mettano la loro quota o quantomeno spieghino, anche attraverso i loro consulenti, consulenti Stefano e Giorgio Iuliano e il commercialista Mariano Tassia, quali siano le loro intenzioni. La Torre ha provato a contattarli: alle nostre domande sono seguiti silenzi. Troviamo, con tutto il rispetto, che l’atteggiamento della famiglia Iuliano e dei loro consulenti sia poco rispettoso nei confronti delle oltre 10mila famiglie che hanno tutti il diritto di sapere che sorti li attendono. Si chiede meno proclami e più chiarezza, chiudersi a riccio non aiuta nessuno.
Antonio Civitillo

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola l’11 luglio 2012