Intanto Torre è prossima alla creazione di un’associazione antiracket

Dopo il maxi processo che ha visto finire all’arresto decine di cittadini di Ercolano condannati per racket, l’associazione antiracket e antiusura continua a far sentire la sua voce e il proprio sostegno nel comune ercolanese: proprio ieri martedì 19, infatti, si è svolta una sorta di marcia per la sensibilizzazione tra i negozi della città. Alla guida, Ottaviano Raffaella, fondatrice di “Ercolano per la legalità”: la prima associazione antiracket della provincia di Napoli; al suo fianco la napoletana Silvana Fucito, nota e mirabile per la sua lotta condotta ormai da anni contro il racket camorrista. “E’ fondamentale il contatto diretto con la gente, far sentire il nostro sostegno, la nostra presenza e dare a chi ne abbia di bisogno la speranza di potersi salvare dall’inferno. Non siete soli nella lotta ai soprusi e all’illegalità”, queste le parole della Fucito . A partire da via IV Novembre, il corteo ha sfiorato i negozi di tutte le strade limitrofe, allo scopo di consegnare i volantini con il numero verde antiracket e antiusura: è questo il passo in avanti compiuto in seguito all’accordo con l’ANCI Campania, per dare la possibilità a chi ha bisogno di trovare un importante punto di riferimento. A fiancheggiare le donne, il Sindaco di Ercolano Vincenzo Strazzullo, Assessori, Consiglieri e il comandante delle forze dell’ordine di Ercolano, insieme con il comandante Luigi Bonomi di Torre del Greco. La lotta al racket e all’usura è tema importante nella nostra realtà che viene portato avanti da queste valide portatrici di importanti valori a partire dal 2003. Coinvolge oggi diversi altri comuni, ma si diffonde ancora con troppa timidezza tra la gente. Una spinta alla lotta è partita anche da parte dei negozianti di Torre del Greco, in particolare in seguito alle esplosioni di bombe in attività commerciali verificatesi negli ultimi anni: come la Fucito conferma, gli imprenditori torresi sono prossimi alla formazione di un’ associazione comunale antiracket.

Maria Panariello