L’idea è nata dopo una visita alla mensa dei poveri di S. Antonio.
La mensa è nata ben 22 anni fa per merito di don Onofrio, ora trasferito e sostituito da don Mario Folliero. È stato raccontato che la mensa è sorta per volontà di un medico che si trovava delle provviste e pensò di donarle, e don Onofrio organizzò man mano l’ attività.
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Le offerte attuali sono scarse ma sufficienti per offrire un pasto decente ai circa 20 bisognosi che si presentano, ma è stato assicurato che si potrebbe arrivare anche a 30 pasti al giorno, ma il problema principale è la dislocazione della mensa che impedisce a molti di raggiungerla. I membri del Social Street Beneficenza si sono impegnati a sopperire ad una eventuale mancanza di scorte. Già sono state donate 150 confezioni di pomodoro.
Nella mensa sono impegnate circa 40 volontarie Caritas che garantiscono la presenza di almeno 3 addette alla cucina con turni circa quindicinali, poi vi sono altri volontari che ritirano il pane, la frutta, altre scorte e naturalmente l’ addetta all’ accoglienza.
L’idea che accomuna tutti è quella di spostare l’ interesse verso una struttura più al centro o in altre zone disagiate. Si è pensato alla parrocchia di San Giuseppe alle Paludi oppure quella di Portosalvo per vedere se vi è la possibilità di creare un altro centro di accoglienza per i più bisognosi.
“Infatti – spiegano dal Social Street Beneficenza -, con Antonia, Antonio, Francesca e Angela (che fanno parte del gruppo di volontari della mensa), è stato deciso di andare avanti con l’ impegno di beneficenza provando con qualche altra parrocchia. Nel frattempo – spiegano i membri del gruppo – la Caritas di Sant’ Antonio ci chiede di tenerli informati. Abbiamo deciso di mettere in un gruppo tutti i dati disponibili in modo da tenere un archivio”.