Palazzo Vallelonga
Il “periodo d’oro” dell’arte del corallo in Sicilia viene messo in mostra attraverso una selezione accurata di pregevoli manufatti artistici. Oltre 60 opere, tra arredi sacri (crocifissi, ostensori, reliquari…), gioielli e oggetti di uso comune (calamai, scrigni da scrittura, saliere…), insieme ad una sezione documentaria (lettere, atti notarili, …), tutti provenienti da importanti collezioni pubbliche e private.
“Mirabilia Coralii” propone capolavori di arte sacra e profana, realizzati durante la grande stagione barocca nelle botteghe dei maestri corallai trapanesi, per lo più di origine ebraica. La presenza in Sicilia di una comunità di ebrei, attiva nella pesca e nella lavorazione del corallo, è documentata già a partire dal XI secolo.
Il noto valore simbolico apotropaico attribuito alla materia corallina viene esaltato, nel periodo barocco, dalla grande capacità e maestria di artigiani e orafi: il corallo diventa, a partire dal tardo Seicento, materia per forgiare composizioni artistiche complesse, che guardano alle cosiddette arti maggiori senza più complessi di inferiorità.
Grande protagonista della produzione del cosiddetto effimero barocco, il corallo viene esibito in manufatti con decorazioni preziose e ricche di particolari, tra sacro e profano: capezzali, acquasantiere, paliotti d’altare e trionfi allegorici risplendono del suo color rosso sangue.
“Mirabilia Coralii. Capolavori barocchi in corallo tra maestranze ebraiche e trapanesi” documenta, in definitiva, il periodo di massima fioritura dell’artigianato artistico in Sicilia tra XV e XVIII secolo e le reciproche influenze tra maestranze ebraiche e locali in fatto di lavorazione del corallo.
L’ubicazione strategica della Sicilia, al centro di una rete fitta di scambi tra Oriente e Occidente, già a partire dal 1200, rende l’isola il territorio più arabizzato dell’occidente cristiano e il più europeo del mondo orientale. Da queste relazioni derivano le tecniche metallurgiche della tarsia, del niello, dello smalto, del cesello e dell’incastonatura, che caratterizzeranno in seguito le manifatture trapanesi.
La comunità ebraica svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo economico, sociale, artistico e culturale della Sicilia, con particolare riferimento alla pesca, alla lavorazione e alla vendita del corallo. Fino a tutto il XV secolo, tanto il commercio dell’’oro rosso’, quanto la stessa lavorazione della concrezione corallina, rimangono per lo più monopolio di artigiani ebrei. In questa stagione, tuttavia, la produzione si limita a “corallo lavorato” in grani ovali, a lente, o in bottoni tutti per paternostri, tranne qualche raro caso di applicazione in arredi da tavola o in collane.
Nel 1492 la svolta: Ferdinando ed Isabella d’Aragona bandiscono gli ebrei dalla Sicilia, bloccando di fatto l’attività legata al commercio e alla lavorazione del corallo. Parte della comunità ebraica residente in Sicilia si trasferisce verso centri con maggiori garanzie di libertà religiosa e agevolazioni fiscali, migrando verso Genova, Livorno e Napoli. Un nucleo consistente di ebrei trapanesi mette radici nel napoletano, creando, tra gli altri, propri fondaci a San Giorgio a Cremano e nella stessa Torre del Greco. Le reciproche influenze con le maestranze torresi saranno motivo di ulteriori studi e argomento di un progetto espositivo futuro.
“Mirabilia Coralii. Capolavori barocchi in corallo tra maestranze ebraiche e trapanesi” prosegue il ciclo di mostre, “Le vie del corallo”, inaugurate nel 1996 e dedicate alla storia dell’arte del corallo e della sua produzione nel mondo, fortemente volute dalla Banca di Credito Popolare di Torre del Greco, presieduta da Antonino De Simone. Questo nuovo appuntamento rappresenta anche un momento di ulteriore sviluppo e valorizzazione della produzione “in corallo” dell’intera area vesuviana.
La mostra è ubicata a Palazzo Vallelonga, un edificio del XVIII secolo, di matrice vanvitelliana, che acquistato nel 1982, è stato completamente restaurato dalla Banca di Credito Popolare che ivi custodisce anche una importante collezione di dipinti dal XVII al XIX secolo (tra gli altri: Claude Lorrain, François de Nomé, Antoon Smink Pitloo, Gioacchino Toma…).
Informazioni
sede: Banca di Credito Popolare, Palazzo Vallelonga
indirizzo: Corso Vittorio Emanuele 92
Torre del Greco
orario: Feriali 10/13 – 16/19; Festivi 10/13
Ingresso gratuito
chiuso il 25 dicembre e il 1 gennaio
info: tel. ++39 081 358 1562/563/524
e-mail: infomostra@bcp.it
Catalogo:
testi di Cristina Del Mare
presentazione di Antonino De Simone
arte’m
via Giovanni Capurro 1
80123 Napoli
tel. 081 575 2524; fax. 081 598 3196
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