Castellammare di Stabia –  C’è in giunta l’uomo ritenuto “una pedina” di Adolfo Greco, il supercostruttore travolto dall’affare ex Cirio e dalle tangenti contestate ai due parlamentari di Fi, Luigi Cesaro e Antonio Pentangelo. Ma nessuna condanna, non un fiato o post arriva dall’amministrazione sabato.

E’ l’assessore ai Lavori pubblici e alle attività produttive, Giovanni Russo, citato negli atti dell’inchiesta di Torre Annunziata come ” una pedina ” di Greco. Il ” tecnico”, già dipendente dell’Asi, poi chiamato al Comune dall’allora sindaco Bobbio nel 2012, non è indagato.

Dalle intercettazioni tra Greco e l’ingegnere Antonio Elefante quest’ultimo – scrive il Gip Criscuolo – “menzionava un personaggio che aveva sempre mostrato ampia disponibilità nei confronti dell’imprenditore, Giovanni Russo, una pedina su cui poteva pienamente contare all’interno dell’amministrazione stabiese ” . In un’altra conversazione, proprio tra Greco e Russo, maggio 2014, il primo comunica al secondo “la necessità di promuovere ” un vasto incontro ” con imprenditori ed esponenti politici, tra cui Pentangelo ” .



A Castellammare, contro le mire di Greco, si era opposto strenuamente l’ex sindaco Vozza, non a caso insultato nelle intercettazioni. Mentre l’inchiesta coinvolge oggi il Pd di Mario Casillo, capogruppo in Regione accusato di essere sceso a patti.

Per ricordarci,ecco l’inchiesta ex Cirio, che ha portato all’arresto di alcuni protagonisti qualche giorno fa.

Riconvertire l’ex area industriale Cirio di Castellammare di Stabia in una zona edificabile. Era il piano che Adolfo Greco e il boss delle cerimonie, Don Antonio Tobia Polese, avevano elaborato nel 2009. E per realizzarlo, secondo gli inquirenti, erano pronti a corrompere con rolex e valigiette piene di soldi gli influenti esponenti politici della zona, tra cui Antonio Pentangelo e Luigi Cesaro.

Nell’ambito delle indagini condotte dalla Procura di Torre Annunziata, è emerso un ramificato sistema di corruzione di esponenti politici, regionali e nazionali e di pubblici ufficiali posto in essere da Adolfo Greco, già destinatario di altre due ordinanze di custodia cautelare.

Gli inquirenti hanno scoperto che Greco, con la complicità di Polese e Giuseppe Passarelli, amministratore della sua società che avrebbe dovuto realizzare i lavori, aveva tentato di ottener la modifica di una legge regionale. La 35/87 (PUT della costiera sorrentina-amalfitana). Avrebbe dunque provato ad accordarsi con il consigliere regionale del Pd, Mario Casillo, affinché intervenisse sugli esponenti del suo partito per ritirare una serie di emendamenti.

Dopo le resistenze manifestate dai funzionari dell’Ufficio Tecnico Comunale di Castellammare, Adolfo Greco, secondo l’accusa, ottenne da Antonio Pentangelo, all’epoca vice presidente della Provincia di Napoli, la nomina di un commissario ad acta per il rilascio del permesso a costruire. Quest’ultimo, per gli inquirenti, era legato da uno stretto rapporto personale e professionale a Luigi Cesaro e a suo figlio. Per la concessione di questa nomina Greco e l’ex boss delle cerimonie avrebbero regalato a Pentangelo un Rolex e a Cesaro 10mila euro in contanti.

Agli arresti domiciliari: Adolfo Greco, Antonio Elefante, Maurizio Biondi, Vincenzo Campitiello, Marcelo Ciofalo e Vincenzo Colavecchia. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Angelina Annita Rega.

Altre due ordinanze cautelari degli arresti domiciliari sono state emesse nei confronti del senatore Luigi Cesaro e dell’onorevole Antonio Pentangelo, per i quali l’esecuzione dell’ordinanza cautelare è stata sospesa dal Gip in quanto parlamentari, con richiesta da parte dello stesso dell’autorizzazione a procedere alla Camera di appartenenza.