Sisma/eruzione: il binomio perfetto del terrore

(a) per gli abbonati o in  edicola – 600.000 persone in costante tensione, 170.000 famiglie vittime della pressione esercitata in questi giorni dai mass-media. Queste le cifre concernenti la famigerata “Zona Rossa”.
Il problema su cui è incentrato qualsiasi piano sul rischio Vesuvio è l’elevata densità abitativa alle sue pendici; per questo il Vesuvio è considerato uno dei vulcani più pericolosi al mondo. Perciò il Piano Vesuvio, realizzato negli anni ’90 dalla Protezione Civile, ha carattere nazionale. Nel corso degli anni esso è stato modificato in relazione ai progressi degli studi tecnico – scientifici legati al famoso vulcano. L’attuale piano è stato dimensionato ad un’eruzione sub – pliniana con effetti poco più lievi di quelli che devastarono Pompei nel ’79. Nell’ambito dei piani sul rischio Vesuvio, spicca quello compilato nel 2002 dalla Regione Campania: “Vesuvia, una scelta possibile”. Questo, a differenza del Piano Vesuvio sopra citato, è una programmazione, non un piano di emergenza; essa prevede diversi sistemi di mitigazione del rischio. Un esempio potrebbe essere la costruzione di attrattori economici in zone distanti dal pericolo vulcanico, in modo da ridurre la densità abitativa o la costruzione di infrastrutture funzionali all’evacuazione. Il Piano Vesuvio è invece un piano di emergenza in quanto prevede un’evacuazione immediata da effettuarsi in relazione al tipo di rischio. Tuttavia questi ed altri piani non sono infallibili; la loro vulnerabilità è dovuta all’impossibilità di prevedere un fenomeno sismico od eruttivo. Spesso i segni preliminari ad un’eruzione sono quelli sismici, seguiti da lente deformazioni del suolo e da variazione della composizione dei gas; tuttavia non è detto che il verificarsi di questi eventi comporti necessariamente un fenomeno eruttivo.
Attualmente il Vesuvio è sede di una modesta attività sismica rappresentata da alcune centinaia di piccoli terremoti per anno. La maggior parte di questi non vengono avvertiti dalla popolazione. Le più recenti fasi di maggiore attività sismica sono state registrate nel 1989-90, nel 1995-96 e nel 1999. Il terremoto più violento è stato quello del 9 ottobre 1999. In tale occasione non furono evidenziati grossi danni alle strutture edilizie, sebbene l’area coinvolta dal sisma fosse molto vasta.
Tanti gli studiosi che si pronunciano sul destino della popolazione vesuviana: gli ottimisti dicono che il Vesuvio darà alla sua gente il tempo per scappare, mentre i catastrofisti annunciano una strage pompeiana. A questo punto viene naturale chiedersi se sia possibile nascondere un allarme sismico o vulcanico per non scatenare situazioni di panico.
Maria Consiglia Izzo

Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea de La Torre 1905 in edicola il 15 aprile 2009