L’imbarcazione di proprietà della Perseveranza Spa compagnia di navigazione torrese

La scorsa notte la motonave italiana "Rosalia D’Amato" è stata attaccata e sequestrata dai pirati, in pieno mare Arabico. A bordo si troverebbero 22 uomini di equipaggio, di cui 6 italiani ( 4 campani di cui uno Vico Equense,  uno di Meta di Sorrento e due di Procida, più due siciliani).  
Secondo quanto è stato possibile ricostruire, intorno alle 4 di notte, ora italiana, la motonave – partita dal Brasile e diretta in Iran – si trovava nel mare Arabico a circa 400 miglia dalle coste dell’Oman, quando due barchini si sono avvicinati con a bordo dei pirati. Questi ultimi si sarebbero impossessati della nave italiana, ma tutto sarebbe avvenuto senza sparare e senza nessuna conseguenza per l’equipaggio. Intorno alla vicenda si è creato un piccolo giallo: «Non ci risulta sia stata sequestrata alcuna nave della nostra flotta».
È quanto fanno sapere dalla Fratelli D’Amato. Infatti la bulk carrier "Rosalia D’Amato", farebbe capo all’armatore Angelo D’Amato, proprietario della "Perseveranza Navigazione", nonchè figlio del presidente, Giuseppe D’Amato e nipote del titolare della "Fratelli D’Amato". Ricordiamo che la società armatrice di Napoli "Fratelli D’Amato" era già stata vittima di un sequestro con la petroliera Savina Caylyn, anch’essa caduta nelle mani dei pirati. Quest’ultima nave, un’imbarcazione da 105 mila tonnellate, con 22 persone a bordo, 5 italiani e 17 indiani, venne attaccata e sequestrata l’8 febbraio scorso quando si trovava in pieno Oceano Indiano.
Dopo il sequestro, la Rosalia D’Amato è seguita a distanza dalla nave militare turca Giresun, che partecipa alla missione Atlanta contro la pirateria somala. Anche la Marina italiana ha inviato una nave nel Mar Arabico, nella zona in cui i pirati hanno attaccato e sequestrato la motonave italiana "Rosalia D’Amato".
Mariacolomba Galloro