Mi schiarisco le idee con Mario Altiero, uno che vive la politica non ricercando il POTERE PER IL POTERE

Lo scenario politico degli ultimi giorni fa pensare al Cabaret di Enzo Arbore che tocca temi seri con scanzonatro umorismo. Qui i politicanti, come marionette, sembrano ignorare che qualsiasi loro movimento tocchi e leda le sorti dei malcapitati cittadini: Sindaci che presentano dimissioni “IRREVOCABOLI”, all’ultim’ora precipitevolissimevolmente le ritirano- Consiglieri che denunciano irregolarità amministrative (vedi errata presentazione della lista), e, in un baleno, come in uno show le rinnegano. ..Dobbiamo dedurne che le sorti della Città dipendono da umori uterini, o, peggio ancora, da accordi interpersonali fra politicanti? La politica non può e non deve essere questo. Non a caso la Città reagisce alle crisi dei partiti creandosi punti di riferimento, aggregandosi a destra e a manca in movimenti e liste civiche. Per la classe politica è scoccata l’ora di cambiare sin dai vertici i SOLITI NOTI che si si sono riproposti sin’ora moltiplicati delle più prossime parentele. Si è Classe Dirigente e non Marionetta quando si ha la capacità di interpretare i processi e di guidarli. I torresi sono stremati. VA CAMBIATA LA CLASSE DIRIGENTE PER FAR CAMBIARE ROTTA ALLA CITTA’. Dall’altra parte l’elettorato deve assumere il proprio ruolo consapevole che premia chi persegue scelte coraggiose per il BENE DELLA CITTA’ e non per il proprio tornaconto.
Noi italiani-torresi dobbiamo saper cogliere i minimi segnali positivi anche in tanto scatafascio.. Ad esempio , il perdurare di questa amministrazione guidata da Borriello può far sì che, non avendo i giorni contati da imminenti elezioni, si riesca a mettere ordine nella confusione regnante. Le nuove formazioni politiche, un insieme non avente ancora cultura e visione omogenea, hanno tutto il tempo di far chiarezza fra di loro e di arrivare a una leadership consolidata , guida e faro per il nostro futuro, e ciò valga per il PDL e per il PD. Non appelliamoci solo ai numeri, ma alla capacità di trovare la ragione, la coesione e i sentimenti che ci uniscano: il porto, lo sviluppo, la nostra crescita, la conterraneità, la solidarietà, la sicurezza, e non ai motivi che ci dividono.
Clelia Sorrentino