Il campanile, simbolo della nostra città, sorge sul luogo di una cappella presepiale
Voglio ripresentare un particolare poco conosciuto che si annovera agli albori della storia del presepe a Torre del Greco, città dove la rappresentazione del tenero mistero, ad opera di artisti e abili appassionati, fa scuola. È emblematico, in questo periodo natalizio, collegare il simbolo in assoluto di Torre, il campanile di S anta Croce, al presepe, poiché esso è stato fondato proprio sul luogo di un antico presepe. Mi piace riprendere tale particolare storico della Basilica in cui per anni ho realizzato il presepe e farlo mentre si sta svolgendo, al suo interno, un’inedita mostra presepiale.

Presepe-Antico-Campanile-S.Croce

Procedendo con ordine, attingo alla mia tesi presentata all’Accademia di Belle Arti in Napoli, da uno studioso del presepe, quale Gennaro Borrelli, e dallo storico torrese Salvatore Loffredo. È bene ripercorrere prima la storia della scultura e della scenografia presepiale tra il XV e il XVI secolo. Tra i presepi che farà da prototipo è annoverato quello nella chiesa di San Giovanni a Carbonara a Napoli. Le trentanove figure in legno, a tutto tondo e a dimensioni quasi al naturale, furono commissionate, nel 1478, agli scultori Pietro Alemanno e al figlio Giovanni. I pochi pastori giunti fino a noi sono oggi esposti al museo di San Martino. Scenograficamente, il presepe presentava una grotta in viva roccia, con due s cene: l’Annuncio e la Natività.

Le scene erano proposte in un unico fronte in ordine sovrapposto. Il tutto aveva come sfondo un paesaggio montano. Tale presepe è il primo esempio di quello che è lo schema scenografico costituito dalla grotta centrale entro cui era posta la Natività. All’esterno e nella parte superiore si ponevano altre scene. Questo schema sarà ripresentato anche nei secoli successivi. Nell’ambito della provincia è interessante notare come la devozione al tenero mistero venga espressa attraverso la costruzione di cappelle dedicata alla nascita di Cristo.



Nel 1532 lo scultore Domenico Impicciati modella d ei pastori in terracotta. Lo stesso si reca a Sorrento per fare un modello del sacro monte – caratteristica scenografica – e dare opportune disposizioni al fabbricatore. Da questo pare chiaro che il presepe aveva una struttura ricalcante lo schema ormai in uso, utilizzato negli stessi anni anche per il presepe i n pietra della cattedrale di Altamura, in provincia di Bari (vedi foto) che, giunto fino a oggi, bene ci tra- manda i particolari scenografici. Anche a Torre del Greco esisteva una cappella dedicata a Santa Maria del Presepe, posta all’esterno della chiesa parrocchiale di Santa Croce, sul lato sinistro, ma comunque a essa annessa.

Fu fatta costruire dai fratelli Francesco e Benigno Sportiello il 7 dicembre 1539 e fu demolita il 18 luglio 1596 per edificare in quella stessa area il campanile. Il beneficio della cappella fu trasferito nell’interno dell’antica chiesa, come attesta la relazione della Santa Visita del cardinale Francesco Boncompagni, avvenuta nel 1628. In tale documento (come si legge nella traduzione del manoscritto fatta da Agostino Panariello) essa viene denominata “cappella delle g rotte”; ciò fa supporre che vi erano collocati uno o più antri secondo lo schema suddetto.

Tuttavia, non s i fa riferimento alle immagini. Trattandosi di grotte si deduce che vi fossero figure plastiche a rappresentare la Natività, che certamente non era l’unica scena. Tra il 1608 e il 1628 avvenne, poi, la demolizione dell’altare del presepe e il trasferimento del solo titolo, col relativo beneficio, presso l’altare maggiore della parrocchiale, distrutta a sua volta dall’eruzione vesuviana del 15 giugno 1794. Nel Natale Dio invita ciascuno di noi a prendere p arte al presepe, perché sia un “presepe vivente”, cioè l’autentico “presepe di Dio”. L’augurio a tutti e che, partendo da queste notizie storiche e artistiche, possiamo rispondere meglio a tale invito. Buon Natale!
Ciro Cipriano

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 11 dicembre 2013