In un’intervista l’ex capo ufficio stampa ripercorre la sua attività al Comune

Passaggio delle consegne al comune di Torre del Greco: dopo anni di proficua carriera il capo dell’ufficio stampa Giuseppe Sbarra lascia il suo incarico, ma non abbandona l’attività giornalistica che ha svolto in questi anni con passione:
Per quanto tempo ha lavorato come capo ufficio stampa a Torre del Greco ?
"Precisamente dal 1984, sono quindi ben 24 anni"
Quali progetti ha visto realizzati in questi anni ?
"Sicuramente una delle soddisfazioni maggiori è la pubblicazione della rivista La Città, che è andata avanti per diversi anni, ed ora purtroppo è stata sospesa perché non finanziata dall’attuale amministrazione. Altra grande soddisfazione è la battaglia di alcuni anni fa affinché il corallo non fosse inserito nell’appendice II della C.I.T.E.S, che ne avrebbe escluso la presenza sul mercato internazionale. Fu un episodio che vide la partecipazione in prima linea di molti rappresentanti politici, ministri ed anche del sindaco di allora Auricchio; una dimostrazione quindi di grande interesse da parte delle istituzioni, a differenza degli ultimi episodi dove soltanto l’Assocoral è scesa in campo per situazioni analoghe. Infine non posso dimenticare le mostre itineranti "I gioielli del mare" che riscontrarono un enorme successo anche a New York, così come la recente mostra di presepi esposta a Stoccolma che ha registrato una grandissima partecipazione pur essendo a pagamento.
Progetti che invece ricorda con amarezza, in quanto non ha visto ultimati ?
"In primis la realizzazione della biblioteca nella ex palestra Gil: un progetto che mi è sempre stato a cuore, a partire dal 1993, ma che prima per problemi burocratici legati alla Regione e poi per altri rallentamenti ha visto l’epilogo soltanto negli ultimi tempi: un epilogo che però mi lascia molto insoddisfatto in quanto il progetto curato dal Provveditorato alle Opere Pubbliche non valorizza affatto il sito, ed anzi posso dire che quello realizzato in precedenza era molto migliore, in quanto sfruttava anche l’ampio spazio esterno. Sempre tra le "amarezze" c’è villa Macrina: mi sarebbe piaciuto vederla finalmente in attivo, ovvero, per essere una reale biblioteca e non un contenitore di libri, sarebbe stato necessario organizzare al suo interno eventi culturali di vario genere, così come era stato pensato in origine, mentre, al momento purtroppo questo tipo di impiego non c’è"
Paola Russo
Articolo già pubblicato su La Torre 1905 cartaceo – Anno CIII n° 11 – mercoledì 04 giugno 2008