In un S.Vito privo dei tifosi corallini, la Turris perde di misura con un penalty di Cosa

Iniziamo dalla fine: i giocatori di La Scala, ne siamo certi, si sarebbero rivolti verso il settore ospiti per salutare i propri tifosi che, a loro volta, avrebbero attribuito ai propri giocatori un meritato applauso per una sconfitta avvenuta a testa alta contro la capolista. Invece la decisione dell’Osservatorio a metà settimana non l’ha permesso: ancora oggi ci si interroga su quali motivazioni abbiano spinto gli organi competenti a prendere tale provvedimento. Motivazioni che, a dir la verità, da qualsiasi punto si vede la questione, difficilmente si riescono a trovare. Se si sono prese in considerazione le partite di questo campionato, allora l’errore è clamoroso: nelle prime dodici giornate di campionato, infatti, il comportamento dei tifosi corallini è stato impeccabile. Non si registrano, infatti, né scontri con tifoserie avversarie né con le forze dell’ordine. Se il problema, poi, era il rapporto con la tifoseria cosentina, allora è stato fatto un altro errore perché, precedenti alla mano, non risulta nessuna rivalità con i calabresi. Inoltre il provvedimento di vietare le trasferte era scaturita già in seguito alla morte dell’Ispettore Raciti durante gli scontri nel derby siciliano Catania-Palermo del campionato scorso. Allora verrebbe da chiedersi: solo questa settimana l’Osservatorio ha riscontrato la pericolosità della tifoseria corallina? Con quale imprudenza si sono permesse fino ad oggi trasferte ad una tifoseria che avrebbe potuto creare disordini? Altra ipotesi potrebbe essere quella di aver punito le tifoserie che “storicamente” risultano le più turbolente: in tal caso peserebbero come un macigno gli incidenti del ’98 nel derby con il Savoia. Ma stavolta, a far storcere il naso, sarebbe il numero estremamente ridotto delle tifoserie “punite”: se si è individuato il problema della violenza negli stadi in appena quindici tifoserie, allora viene da pensare che i componenti dell’Osservatorio dal ’98 ai giorni nostri abbiano trascurato parecchi episodi altrettanto gravi di cui si sono rese protagoniste tante altre tifoserie -campane e non- che non sono state incluse nella “lista nera”. Ad oggi, quindi, quella dell’Osservatorio resta una decisione del tutto incompresa. Guardando il lato prettamente sportivo, non ce l’ha fatta la Turris a fermare la corazzata Cosenza che fa del “S.Vito” un fortino inespugnabile: i calabresi, infatti, hanno vinto tra le mura amiche tutte le gare. Una Turris timida ed impaurita nel primo tempo, spavalda e propositiva nel secondo tempo. Pronti via ed una palla persa da Gaglione a centrocampo permette ai centrocampisti calabresi di lanciare Cosa che, con una difesa evidentemente impreparata, entra in area e viene atterrato da D’Arienzo: non ha dubbi l’arbitro ad assegnare il penalty. Sul dischetto si porta lo stesso Cosa: il suo tiro, intuito da Sorrentino, è molto angolato e trafigge il portiere corallino. La Turris accusa il colpo e- come tutte le altre volte- non ha la forza di reagire. Ne approfitta il Cosenza che in più circostanze sfiora il gol, la più clamorosa con Ambrosi. Una Turris irriconoscibile rispetto a quello vista all’opera con la Nocerina: banali errori difensivi, tantissimi errori a centrocampo- un Cangini irriconoscibile ed un Somma totalmente fuori partita- ed un attacco- Gatti, schierato dal primo minuto, non pervenuto ed un Verolino ben imbrigliato dalla difesa calabrese- per nulla pericoloso. Nel secondo tempo, invece, grazie all’ingresso di Artiaco, è tutta un’altra storia: la Turris spinge, si rende pericolosa e spaventa la capolista fino al 90’ quando capita l’occasione più clamorosa: Vitaglione, subentrato ad un irritante Orlando, lancia Verolino che in area, da posizione defilata, tenta la conclusione che sfiora il palo. A Cosenza, dunque, la Turris cade in piedi; l’unico rammarico resta di quello di aver letteralmente regalato un tempo ad una squadra che, da buon capolista, punisce cinicamente gli errori avversari. Domenica prossima al “Liguori” sarà di scena il L.Acate- bloccato quest’oggi in casa dal Castrovillari- Una gara nella quale La Scala dovrà fare i conti con le assenze: mancheranno Cangini e Orlando- oggi hanno rimediato la quarta ammonizione stagionale e quindi si profila la squalifica- e D’Arienzo- espulso a Cosenza per doppia ammonizione- A queste, si aggiungono anche quelle di Zangla e Solimene per i quali i tempi di recupero si prevedono ancora abbastanza lunghi.
Andrea Liguoro