Gli avvocati del diavolo

Si parla molto, in questi giorni, della libertà di stampa e dei pericoli connessi alla concentrazione del potere mediatico nelle mani di pochi soggetti, che dominano il campo dell’informazione. Il tema, per ovvi motivi, ci sta a cuore e ci impone di ricordare che la libertà di manifestare il proprio pensiero, anche tramite scritto, è un bene tutelato dal nostro ordinamento già a livello costituzionale. Libertà di manifestare il proprio pensiero, tuttavia,
non equivale al diritto di diffamare un’altra persona, cioè di offendere la reputazione di questa; il Codice penale, infatti, prevede, all’art. 595, il reato di diffamazione, che si sostanzia, appunto, nella condotta di colui che,
comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione. Cosa dire, poi, della diffamazione a mezzo stampa? Sul punto occorre ricordare come la Cassazione sia più volte intervenuta a delineare i confini entro i quali il
giornalista deve muoversi per evitare di incorrere nel reato in questione. Anche un articolo oggettivamente offensivo, quindi, non concreterà il delitto di cui all’art. 595 c.p. allorquando: la notizia riportata sia vera; il fatto
riferito sia di pubblico interesse; sia stato osservato, infine, il c.d. “obbligo di continenza”, che richiede l’utilizzo di espressioni che non costituiscano linguaggio offensivo (sarà importante, allora, che chi scrive
utilizzi sinonimi di parole che rientrano nel turpiloquio). Rispettando questi limiti, quindi, il giornalista dovrebbe (non si sa mai!) andare esente da responsabilità penale, in quanto la sua attività rientrerebbe nell’esercizio
del diritto di cronaca, con effetti positivi anche, nel caso di stampa periodica, nei confronti direttore responsabile del giornale, il quale, è bene non dimenticarlo, in base a quanto stabilito dall’art. 57 c.p., è penalmente
responsabile per il caso in cui abbia omesso di esercitare un controllo sulla pubblicazione finalizzato ad impedire che, tramite, il periodico da lui diretto, venissero commessi reati.

Giovanni e Alessandro Gentile



Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea de La Torre 1905 in edicola il 7 ottobre 2009