IL CANTUCCIO DI CLESO

CleSo: Ci spieghi, Monica, che senso ha avuto per te trasferirsi in un’altra terra?
Monica: E’ tutta una vita che vado in giro a scoprire nuovi mondi, motivata pure da interessi culturali legati ad appassionanti studi sulle lingue inglese, francese e spagnolo alle quali aggiunsi in seguito una lingua orientale: il giapponese. Lingua diversa, misteriosa, che mi maturava al nuovo, sicché mi parve di toccare il cielo quando ho vinto una borsa di studio e mi sono recata in Giappone, terra con tradizioni ed usanze talmente diverse che mi ha dato una visione molto più ampia del mondo. Risultato? mi trovo a perfetto agio con persone provenienti da qualsiasi cultura e, guarda caso, mi sono sempre innamorata e poi sposata due volte con stranieri. Con mio marito Fernando, spagnolo, viviamo felici ad Alicante, dove mi sto realizzando nella carriera di danza del ventre. Perché altra mia passione è stata da sempre la danza. A sei anni iniziai danza classica comparata alla moderna, a Torre, da Alba Buonandi. Si può immaginare quanto mi senta oggi motivata e stimolata dal vivere una esperienza sempre vagheggiata quale sogno. Ho voglia di andare avanti e vi sono tutte le premesse per divenire una ballerina riconosciuta a livello internazionale. Ad Alicante sei anni fa ho intrapreso la carriera di ballerina di danza del ventre aprendo un’Accademia a mio nome che gode di ottima reputazione. In essa alterno l’insegnamento agli spettacoli e con un gruppo di ragazze, che mi seguono da anni, organizziamo spettacoli e festival che ci portano lontano per il mondo. Sono persino invitata all’annuale festival Internazionale del Cairo in Egitto, organizzato dalla famosa coreografa Rakia Hassan. Lei, maestra delle più grandi ballerine, mia consigliera ed ispiratrice, mi lancia come una delle nuove proposte in Egitto. Qui sono contattata e contesa fra due fra i più prestigiosi hotel a 5 stelle e intervistata sulla mia attività da un noto canale TV
CleSo: Che rapporto conservi con la città natale?
Monica: Torre resta immortale, è fonte primaria di ricordi indimenticabili, degli stimoli e dei primi studi. Qui si è creato il profondo amore per la mia famiglia che non ha mai ostacolato la mia vivacità intellettuale, anzi la ha assecondata. Però inconsciamente ho fatto in modo di allontanarmi dalla città natale. Forse come ogni adolescente che tenta di strapparsi alla Madre per fare proprie le esperienze e crescere. Ora sento il bisogno di tornarvi anche per sentire quegli odori e quei sapori mediterranei tipici della nostra atmosfera e della nostra cucina.
CleSo: Monica, ti auguriamo che il lavoro ti possa offrire tanti spettacoli in Italia in modo da poter riabbracciare la tua terra.