La rubrica di cucina a cura di Angie Cafiero
Diverse le interpretazioni sull’origine del ipernutritivo "Zabaglione", la prima è legata al capitano di ventura emiliano Giovanni Baglioni.
Si racconta che intorno all’anno 1500 questi giunse alle porte della città di Reggio Emilia e vi si accampò. A corto di viveri mandò, com’era uso a quel tempo, alcuni soldati a razziarli ai contadini della zona. Il raccolto, però, fruttò ben poco e il Capitano Baglioni si trovò con uova, zucchero, qualche fiasca di vino e delle erbe aromatiche. In mancanza d’altro fece mescolare il tutto e lo diede ai soldati al posto della solita zuppa e questi ne furono entusiasti.
L’uso popolare chiamava Giovanni Baglione ‘Zvàn Bajòun’ e la crema ne prese il nome diventando prima "zambajoun", poi Zabajone e infine Zabaglione.
L’ altra invece, è legata a San Pasquale Baylon, nato il 16 maggio 1540, a Torre Hermosa nel regno spagnolo di Aragona e protettore dei cuochi. Baylon, oltre ad essere un uomo di chiesa, era anche un cuoco sopraffino, e alle penitenti che si lamentavano della scarsa vivacità dei consorti, consigliava una particolare ricetta fatta con uova e vino. Così nacque la prelibatezza: 1 tuorlo d’uovo, due cucchiai di zucchero, due gusci d’uovo di vino marsalato, uno d’acqua.
Diventando Santo nel 1690 venne dunque chiamato "san Bayon" (pronuncia: sambaiun) e da qui l’etimologia della golosità.
Dal 1722 San Pasquale de Baylon è protettore dei cuochi.
Fu canonizzato dopo la metà del ‘600, durante il pontificato di Alessandro VIII, entrò nella leggenda, perché il suo nome fu dato alla ricetta della "calda" bevanda, che in dialetto torinese era chiamata "San Bayon".
La ricetta
Ingredienti
– 4 uova
– vino liquoroso (preferibilmente marsala)
– vino bianco dolce
– gr 80 di zucchero
Esecuzione: Dividere gli albumi dai tuorli, mettere questi ultimi in una ciotola. Unire lo zucchero e con una frusta montare a lungo il composto fino a quando non risulterà ben gonfio e soffice (usare altrimenti il moulinex). Mischiare due mezzi gusci d’uovo di marsala con due di vino e unire i due vini alle uova, continuando a mescolare molto delicatamente. Portare a leggero bollore dell’acqua in un recipiente che contenga un secondo tegamino con il composto dello zabaione e cuocerlo a bagnomaria lavorandolo sempre con la frusta.
Quando incomincerà ad inspessirsi, gonfiandosi versarlo in coppette e servirlo con biscotti secchi.
Articolo già pubblicato su La Torre 1905 cartaceo – Anno CIII n° 10 – mercoledì 21 maggio 2008