IL CONSUMATORRE

C’è poco da fare: la normativa sulla garanzia dei beni e dei servizi è poco chiara ai commercianti (non a tutti) o difficile da rammentare.
Continuano a pervenire lamentele sui prodotti difettosi. La domanda ricorrente: la legge prevede tempi massimi per riparazioni che devono essere gratuite se i prodotti sono in garanzia? Il Codice del Consumo, in vigore dal 2005, nulla stabilisce in proposito e da ciò derivano problemi. I tempi lunghi di riparazione sono particolarmente irritanti se si tratta di prodotti di uso giornaliero, (telefonini, auto, frigorifero, tv, etc). Peraltro, in diversi casi, il consumatore fruisce di una garanzia aggiuntiva che prevede la consegna temporanea di un altro prodotto analogo. La legge stabilisce solo che "le riparazioni devono essere effettuate entro un congruo termine e non devono arrecare notevoli inconvenienti al consumatore". Superato il congruo termine, il consumatore ha diritto alla sostituzione del prodotto in garanzia o al rimborso del prezzo. Ma la questione è spinosa per vari motivi. Innanzi tutto, sul congruo termine non vi sono riferimenti normativi, né sentenze delle alte Corti che diano orientamento preciso e valido per tutti i casi. Non vi è riferimento neanche nelle raccolte negli usi delle Camere di commercio, che pure potrebbero fare testo perché gli usi, in mancanza di norma, hanno il valore della stessa. Certo, il Ministero dello Sviluppo Economico potrebbe emanare una circolare per
indicare un congruo termine di carattere generale, per esempio giorni 10, ma la questione è complicata dal fatto che, secondo la norma, l’attesa "non deve arrecare notevoli inconvenienti al consumatore". E’ evidente, pertanto, che un’attesa di giorni 10 per la riparazione di un aspirapolvere o di un frullatore non comporta nconvenienti significativi per il consumatore, ma se si tratta di un frigorifero, gli inconvenienti sono notevoli fin dal primo giorno. In altri casi, il congruo termine e gli inconvenienti sono pure soggettivi, in quanto c’è, ad esempio, chi non può rimanere senza telefonino. In conclusione, purtroppo, ancora una volta dobbiamo concludere che ogni singola fattispecie dovrà essere rimessa alla valutazione del magistrato il quale dovrà, di volta in volta, valutare ogni singola circostanza. E’ il caso di dire: "a Loro l’ardua sentenza".
Antonio Cardella – Pres. Unione Naz. consumatori TdG