Starbene

Le intolleranze alimentari sono da tempo oggetto di discussione, a causa della confusione che vige nella maggior parte della popolazione generale. Sono definite “intolleranze alimentari” l e reazioni avverse agli alimenti che si manifestano da qualche ora a qualche giorno dopo la loro assunzione e, a differenza delle “allergie alimentari”, non sono legate alla produzione di una classe particolare di anticorpi. I sintomi comprendono diarrea, gonfiore e crampi addominali, vomito, emicrania, ma a volte sono sovrapponibili con quelli di un’allergia alimentare (come episodi di orticaria, prurito alle labbra o alla lingua). L’allergia è invece una risposta anomala del sistema immunitario, contro un alimento innocuo, ma riconosciuto come dannoso in soggetti predisposti. I sintomi tipici si manifestano qualche minuto o, al massimo, qualche ora dopo l’assunzione dell’alimento responsabile.
Poche sono le intolleranze alimentari riconosciute in campo medico:
• l’intolleranza al lattosio (ridotta capacità di digerire del lattosio contenuto nel latte);
• l’intolleranza al glutine (disfunzione intestinale che si manifesta quando il corpo non tollera il glutine);
• le intolleranze farmacologiche, dovute ad accumulo di sostanze presenti nei comuni alimenti;
• l’intolleranza agli additivi alimentari (es. conservanti e coloranti). Attualmente i test validati che permettono l’identificazione delle intolleranze alimentari sono: il test del respiro per l’intolleranza al lattosio, il dosaggio di anticorpi specifici ed esame endoscopico per l’intolleranza al glutine e test diagnostici utilizzati anche per le allergie alimentari per l’intolleranza farmacologiche ed agli additivi. A questi si sono di recente aggiunti i test genetici per valutare la presenza d’intolleranza al lattosio o al glutine. Negli ultimi anni però, la “moda speculativa” sulle intolleranze, ha portato alla nascita di test non validati (a volte facendo a gara sul numero di alimenti analizzati, fino a 500).Attenzione quindi ai test non validati, poiché potrebbero causare possibili carenze nutrizionali, visto che a volte vengono esclusi tantissimi alimenti in modo assolutamente errato.
Dott.ssa Roberta Barone Lumaga
Biologa Nutrizionista
Dottore di Ricerca in “Alimenti e salute”

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 22 maggio 2013