L’EDITORIALE

La formula con cui i Borboni tenevano a bada il popolo era quello delle tre “F”: Feste Farina e Forca.
Ora la forca, fortunatamente, non esiste più, almeno qui in Italia, anche se come spauracchio è stata sostituita dalla disoccupazione, dal precariato, dall’emigrazione intellettuale.
C’è abbondnaza, in compenso di feste e festicciolle, manifestazioni improvvisate, senza alcuna pretesa, organizzate con il solo intento di ditribuire un pò di quatrtrini ai satrapi della “qultura” locali, in cambio di consensi. D’altro canto è stata cancellata l’unica festa che aveva, ed avrebbe ancora, un senso, la festa per eccellenza, citata nei manuali di antropologia, la festa identitaria dei Torresi, quella Festa dei Quattro Altari che andrebbe invece valorizzata, diffusa, propagandata, curata e coccolata. Sic transit gloria mundi!
Di farina ne è rimasta davvero poca: crisi, stavolta vera, del corallo, la floricultura che non riesce ad emergere con un branding proprio, la vocazione commerciale di una città che annaspa per il solo scopo di perpetrarsi, senza prospettive di sviluppo, l’armatioria che pure non vive i suoi tempi migliori, le velleità turistiche messe in difficoltà da un contesto extra-locale degradato, l’unica grossa azienda locale significativa, la BCP, che ha dovuto crescere a dismisura per salvarsi.
A tutto questo si aggiunga una instabiliità politica endemica, è dal 1993 che le amministrazioni comunali non durano più di un paio d’anni, alla faccia di una legge che era stata pensata con l’esplicito proposito di far durare per almeno cinque anni Consigli e Giunte.
La piattaforma di problemi e programmi per gli amministratori a venire è ampia ed articolata: dovranno farsi venire delle idee, e delle buone idee, per guidare una popolazione stanca, sfiduciata e demotivata, trovarle orizzonti e propsettive, ripensare ruolo e missione della cittadinanza e della città.
Non invidiamo gli amministratori, speriamo di non dover star qui a compiangere gli amministrati (“che siamo noi”).

Giuseppe Della Monica
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 20 gennaio 2010