Dopo l’incontro preserale di lunedì in un noto bar di piazza Martiri D’Africa, in cui hanno partecipato gruppi e personalità politiche locali, s’avanza con la possibilità di dare particolare sostanza alla fronda neocentrista (Ncd e Udc) che non vuole il “padre-padrone” Borriello ai piani alti di Palazzo Baronale.
Gennaro Granato e followers, (assente giustificato Formisano e il suo Cd) Ciro Di Donna, Antonio Donadio, Gaetano Frulio, Filippo Colantonio, Gennaro Torrese, l’Idv (sembra intenzionato ad abbandonare il tavolo delle primarie con il Pd) con il suo segretario Russo e l’ex consigliere, Ciro Piccirillo (anche se boatos lo vogliono in bilico tra Ciro Borriello e l’Ncd), Antonio Ramondo, Rosario Rivieccio e Giovanni Palomba (fresco di nomina a responsabile di Forza Italia, insieme a Ciro Falanga e Michele Polese), insieme ad altri recitano la parte dei dissidenti disobbedienti: strepitano delusi per le gestioni passate e cercano di non lasciarsi trascinare dalla corrente dirompente del fiume in piena che è Ciro Borriello in questo momento.

Giovanni Palomba in pompa magna smentisce Ciro Borriello (che parlava di “via libera” per la sua candidatura a sindaco da parte dei vertici di Forza Italia) dichiarando apertamente che nulla è ancora deciso per il nome di chi guiderà il partito azzurro alle prossime comunali e, sbandierando ai quattro venti la nomina a responsabile del partito sul territorio, ribadisce la volontà di volersi confrontare con i partiti che non si riconoscono sotto la premiership dell’ex deputato berlusconiano.
Al bar, almeno non si è parlato solo di sport. Così, alla fine, questo ritorno alla politica da caffè è decisamente superiore alle più pretenziose riunioni da circoletto. Il braccio destro di Gioacchino Alfano, Gennaro Granato, parla di “un movimento in crescita” stufo “delle liturgie del passato”. L’ex presidente del consiglio comunale, Filippo Colantonio, afferma che potrebbe presentarsi con una propria lista, ma “non è più tempo di personalismi”. È arrivato il tempo di “semplificare la cosa pubblica per i cittadini”, come chiosa un altro ex presidente del consiglio, Gaetano Frulio. Al centro non si pensa, almeno apertamente, ad un nome che guidi l’alleanza, ma principalmente ad un programma d’intenti comune. Infatti: “A questa città non serve un sindaco padre-padrone, ma – continua Frulio – un garante del programma di tutti”.

Non si menziona apertamente ad una chiusura a Ciro Borriello, però si puntualizza che questa alleanza non dovrà nascere sul candidato a sindaco, ma sul programma. Non ci dovranno essere liste personali del candidato a sindaco, che dovrà sentirsi il sindaco di tutte le forze politiche che l’hanno supportato. E, soprattutto, il “garante” di questa alleanza dovrà essere sì un politico (non più tecnici o pseudo tali), ma, sulla scia del renzismo dilagante, appartenente alla nuova generazione e che, quindi, non risulti “una minestra riscaldata”. Nel mentre, dal Pd tramite il segretario Vittorio Cuciniello fanno sapere che vanno avanti con il progetto delle primarie, ma non chiudono all’ipotesi di riproporre il governo nazionale (dove coabitano Pd e Ncd) in scala ridotta, sempre, però, dopo aver individuato il loro candidato a sindaco. Si profila un caffè amaro per Ciro Borriello.
Alfonso Ancona