“Invece di sprecare 35 milioni di euro per unire con l’alta velocità Napoli a Pompei, perché di questo in soldoni di tratta, incentivando in tal modo ancora di più il turismo ‘mordi e fuggi’, sarebbe molto meglio potenziare un collegamento che già esiste come l’ex Circumvesuviana e dare in tal modo un beneficio all’intera area vesuviana”.
Palazzo-Baronale-Torre-del-Greco

È la presa di posizione del sindaco di Torre del Greco, Ciro Borriello, che si schiera apertamente contro la realizzazione dell’Hub ferroviario che, nelle intenzioni del Governo, dovrebbe permettere ai turisti di arrivare da Roma direttamente agli scavi di Pompei in meno di un’ora e mezza. Il primo cittadino torrese trae spunto della recenti dichiarazioni di diversi politici e amministratori locali che si sono invece detti favorevoli a tale proposta. E lo fa ricordando come precedenti esperienze, è il caso del “Campania Express” (il treno Eav che ha collegato per cinque mesi Napoli a Sorrento in 50 minuti con fermate intermedie a Ercolano e Pompei), senza un’adeguata programmazione siano clamorosamente naufragate: “Per il servizio – dice Borriello – stando a quanto riportato dalla stampa, sono stati spesi 500.000 euro, con un numero di viaggiatori a corsa (costo 15 euro) che rare volte ha superato le dieci unità. Insomma, un’esperienza assolutamente fallimentare”.
“Invece di costruire un nuovo polo ferroviario – attacca ancora il sindaco di Torre del Greco – è necessario allora potenziare la rete già esistente. Si pensi alla ex Circumvesuviana, che è causa di notevoli disagi per migliaia di pendolari e quindi per centinaia di turisti, che ogni giorno sono costretti a spostarsi sopportando lunghe attese, oltre a essere ridotti a viaggiare in spregio a ogni norma di sicurezza, in treni affollati all’inverosimile, obsoleti e fatiscenti, oltre che in cronico ritardo”.
Non solo, per Ciro Borriello “la realizzazione di tale megaprogetto ferroviario, a causa del collegamento diretto – attraverso un passaggio pedonale – dalla stazione all’ingresso degli scavi, ancor prima di escludere l’economia locale con effetti negativi per i commercianti della zona, mortificherebbe le potenzialità dei comuni vicinori, che pure posseggono siti archeologici e attrattori culturali di livello internazionale. In altre parole, l’obiettivo non può essere quello di portare i turisti esclusivamente a Pompei e per un numero di giorni molto limitato (a volte anche solo poche ore) ma è necessario indirizzare il flusso turistico verso le tante opportunità che la nostra area offre, prevedendo per il turista alternative di qualità”.