Tra abbandoni d’aula e battibecchi sterili la politica non cambia mai

Un’assise che si preannunciava infuocata, ma che si è tradotta in un’ambigua bolla di sapone. Si è conclusa così, la “prima battuta” del Consiglio Comunale convocato lo scorso giovedì a Palazzo Baronale. Dopo il commosso e sentito ricordo del consigliere Franco Gallo, l’aula consiliare è stata infatti abbandonata da buona parte degli “addetti ai lavori”; presenti all’appello, solo i consiglieri Ascione, Donadio, Meo, Ciavolino, Farinaro, Brancaccio e Polese. Un gesto annunciato, sussurrato, discusso. Una voce di corridoio che girava già da qualche giorno, colorata ogni volta da dinamiche in bilico tra sfiducia e dimissioni. Un comportamento che ha fatto sicuramente arrabbiare Alfonso Ascione, il quale dai banchi consiliari quasi del tutto vuoti, si è scagliato contro Vittorio Cuciniello:“ L’opposizione si comporta come la maggioranza; questa è la dimostrazione di un accordo di affari, trasversale e sottobanco”. Intanto, dai banchi dell’Udc (e non solo), qualcuno ha mormorato anche contro Ascione. Secondo indiscrezioni, infatti, il consigliere non avrebbe abbandonato l’aula solo perchè interessato alla sua interrogazione consiliare, dedicata alla critica situazione di Santa Maria La Bruna, di cui era presente un’agguerrita delegazione di cittadini. Per chi non ne avesse avuto abbastanza, il secondo tempo di questo movimentato teatrino consiliare, si è ripetuto in seconda convocazione il giorno successivo. Venerdì, infatti, l’assise è tornata in aula per approvare la relazione conclusiva della Commissione Consiliare d’Inchiesta sul depuratore e sull’ospedale Maresca, le surroghe di Domenico Scognamiglio e Manuela D’ambrosio, rispettivamente ai consiglieri Giuseppe Girardi e Gennaro Granato, più una serie di delibere all’ordine del giorno. Segno particolare, il gran numero di assenti: Di Donna, Farinaro, Altiero, Scognamiglio, Di Cristo, Palomba, Gaglione, Porzio, Cuciniello (PD), Nocerino, Esposito, Brancaccio, Meo, Castellano, Ascione e Ciavolino, più Donadio che ha abbandonato la seduta all’inizio dei lavori.

Marina Miranda
 
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 21 marzo