Pane-Pomodoro-gustare

Venerdì 26 febbrao si è svolta presso il Complesso Hotel Andris la prima tappa dell’iniziativa “Vesuvio da Gustare“, un progetto ideato dalla rete d’imprese “Italia4me” volto alla valorizzazione dei territori attraverso la promozione dei prodotti tipici che li identificano e, dunque, delle piccole e medie aziende che li producono. Nel corso di tale evento sono state affrontate una serie di tematiche utili nel dare sostenibilità ai programmi di sviluppo dei soggetti interessati, creando importanti collaborazioni tra territorio, cultura, produttori di materie prime e lavorate, e ambiente. Il Vesuvio è da sempre connotato da due aspetti: da un lato il rischio derivante da una sua possibile eruzione, dall’altro lo sviluppo legato alla ricchezza dei suoi terreni, ricchi di silicio, ferro e manganese.

I vini, il pomodorino del piennolo dop, gli ulivi: sono solo alcuni dei prodotti di straordinaria qualità che vengono realizzati nel vesuviano. Una buona parte delle aziende facenti parte del sodalizio “Italia4me” insistono sul territorio vesuviano e producono questi prodotti apprezzati dagli chef di tutto il mondo. Tra queste, l’azienda agricola Fuocomuorto di Ercolano, la più antica cantina dell’area vesuviana (la famiglia Oliviero produce vino dal 1780), che produce vini doc e igt (caprettone, lacryma cristi bianco e rosso, aglianico e primitivo), e che possiede un uliveto di diverse varietà (itrana, frantoio, leccino, moraiola) da cui vengono ricavati ottimi oli extravergine di oliva. La cantina, ove viene prodotto e conservato il vino, è scavata sotto una roccia e risale al 1700. Altra azienda agricola aderente al progetto Italia4me è “Sapori Vesuviani” di Pasquale Imperato, specializzata nel recupero delle produzioni tipiche del Parco Nazionale del Vesuvio. Core business dell’azienda è la produzione e la lavorazione del pomodorino del piennolo, di recente insignito del marchio DOP. Sapori Vesuviani non solo produce il pomodorino del piennolo, ma lo trasforma anche, creando sughi già pronti e la classica conserva a pacchetella.
MC. Izzo

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 9 marzo 2016