Al Club Oplonti il nuovo libro di Salvatore Prisco sulla laicità

Torre del Greco (a) – “La mia famiglia di origine era cattolica e in questa fede mi ha educato. Dall’età dell’adolescenza in poi, sono peraltro diventato, su simili questioni, agnostico.
Non pratico riti ma visito spesso chiese, amo “I Promessi Sposi”, mi accade di leggere i Vangeli, la Bibbia, il Corano e di avere scambi di idee con credenti, perché coltivo la curiosità intellettuale come abito mentale e rispetto tutte le fedi.” Così si descrive Salvatore Prisco. Autorevole pensatore, penna sagace del Corriere del Mezzogiorno ma soprattutto irrituale professore universitario capace non solo di incuriosire gli studenti ma anche e soprattutto di fare in modo che siano loro ad incuriosire lui. La sua è una Università che mette la cultura al servizio dello studente, facendosi carico della sua vivacità intellettuale perchè, con i propri occhi, riesca a guardare un po’ più lontano.
Strenuo difensore della libertà di pensiero, torna sui temi della libertà religiosa e delle ideologie in una edizione rivisitata di “Laicità. Percorso di riflessione”. Se ne parla il ventidue gennaio al Club Oplonti, insieme a Marco De Marco, direttore del Corriere del Mezzogiorno, Pasquale Ciriello, già rettore dell’Università L’ Orientale e padre Andrea Milano, docente di storia del cristianesimo a Lettere della Federico II.
La laicità dello Stato non è più solo una problematica ideologica con cui sono chiamati a fare i conti pensatori o demagoghi. In una società così fortemente e, direi anche, forzatamente pluralista, il problema sta assumendo dimensioni e caratteri di estrema concretezza ed urgenza. La coesione di identità tra di loro conflittuali non si pone solo tra Stato e Chiesa ma si riflette nelle nostre case quando ci troviamo a concordare la festività della badante di un altra religione, nelle scuole quando ci viene chiesto di rimuovere il crocifisso o nei cori razzisti allo stadio. Nessuno di noi può dirsi esentato dall’affrontare questioni che risultano sempre più difficili se subentra la paura del diverso, o ancora peggio, la paura di espimere se stessi e le proprie scelte.
“La laicità è un orizzonte irrinunciabile, un minimo comun denominatore delle democrazie contemporanee. Ma ciò non toglie che ogni Paese e ciascun individuo debbano avvicinarlo rispettando la propria storia sociale e personale. La stessa Europa dei mercanti che si è appena data una mediocre Costituzione ha perso una buona occasione per definirsi innanzitutto come comunità di valori, anche dello spirito”.

Gabriella Reccia
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 20 gennaio 2010