Il San Paolo (tra poco, Diego Armando Maradona Stadio) era più “stadio” fuori, tappezzato com’era dei segni tangibili (bandiere, maglie, scudetti, lumini, ecc.) che i tifosi napoletani hanno voluto lasciare in ricordo del loro indimenticabile idolo, che dentro. All’interno, il quasi totale silenzio, imposto dal coronavirus… Però, c’era la Sua gigantografia, quasi a voler ricordare ai giocatori in campo, in maglia a strisce bianche e azzurre (la Nazionale Argentina) che Lui era ‘presente’ sul campo, e che li avrebbe condotti all’ennesima vittoria.

E così è stato. La Roma, la squadra più in forma del momento insieme al Milan, in campo non è esistita… E non poteva essere diversamente. Diego “è sceso” sul terreno di gioco e per i romanisti è stata notte fonda. S’è materializzato nella punizione tirata magistralmente da Insigne, stessa porta di quella famosa, impossibile, entrata nella storia, che Lui realizzò contro l’odiata Juve… E ancora, nell’irresistibile slalom, degno del miglior Alberto Tomba, con il quale Politano è entrato nella porta romanista, non poteva non esserci che l’immenso, ineguagliabile, “Pibe de oro”…
Bene, fino a questo punto mi sono lasciato andare, preso dal desiderio di abbandonarmi alla leggenda, alla favola, scritta da Diego Armando Maradona nella sua ineguagliabile presenza terrena… Al pari di tutti i grandi “geni” dell’umanità, resterà nella storia. E’ vero, la sua grandezza è legata al “pallone” (e solo quella magica sfera di cuoio bisogna considerare, nel ricordarlo, tutto il resto non conta!), ma quanto sia importante il pallone è dimostrato dal profondo cordoglio che ha sconvolto il Mondo intero alla notizia della prematura scomparsa di “Dieguito”.

La partita, l’ho già accennato, ieri sera non c’è stata. Troppo inconsistente la Roma, o troppo forte il Napoli? Come spesso accade, la verità sta nel mezzo. Certamente, nella prestazione super di molti azzurri avrà inciso la dura reprimenda con la quale Gattuso mortificò i ragazzi in maglia azzurra, dopo la figuraccia contro il Milan. Ma non escludo che molto sia dipeso anche dal cambio di modulo (4-3-3) che conferisce alla squadra maggiori equilibri, sia in difesa che nella zona nevralgica del campo.



L’Europa League, l’incontro con la Roma, ci hanno riconsegnato un Napoli forte, propositivo, facendo rinascere nel cuore di tantissimi tifosi la speranza: in questo campionato, ancora alla ricerca della “squadra-guida”, ci siamo anche noi, e Diego, da Lassù, continuerà a darci una mano!
Ernesto Pucciarelli