La partita giocata contro l’Atalanta pochi giorni fa, pur essendosi conclusa con una sconfitta, aveva fatto nascere nei cuori dei tifosi partenopei la ‘speranzella’: qualcosa stava cambiando, nel secondo tempo c’erano stati chiari segnali di ripresa, che sarebbero stati confermati o meno dalle prossime partite. Purtroppo, l’impegno più vicino era di quelli da “far tremar le vene e i polsi”: al ‘Maradona’, di scena la Juventus, ultimamente rigenerata ed in serie positiva. Quali concrete possibilità di ‘scamparla’ aveva la squadra senza testa, senza nerbo, senza volontà, quale era apparsa il Napoli di Verona, di Genova, di Bergamo, fatti salvi quei venti-venticinque minuti positivi contro l’Atalanta? Come si potevano fermare i vari Ronaldo, Morata, Chiesa e compagnia bella, con quella difesa di burro che faceva acqua da tutte le parti? Chi, fra gli attaccanti azzurri, poteva pensare di scardinare l’arcigna difesa bianconera? Anche il più acceso ma razionale tifoso napoletano aveva poco su cui fidare; al massimo s’attendeva una prestazione discreta, rimandando a tempi più propizi la conquista di punti e risultati. Ma il calcio è bello soprattutto per la sua imprevedibilità.

La ‘malasorte’ non si era dimenticata del Napoli neppure ieri sera. All’ultimo momento, forfait anche per Ospina, l’unico, insieme a Lozano, che negli ultimi tempi s’era salvato dalla debacle generale.

In campo, allora, Meret e che Dio ce la mandi buona! E invece proprio il giovanotto è stato il migliore in campo, a pari merito con un ritrovato Insigne. Ma è stata la squadra, nella sua interezza, ad offrire una prestazione inattesa per positività. Certo, la Juve specialmente nel secondo tempo, ha avuto il sopravvento, ha attaccato a tutto spiano, ma “il cuore azzurro” non ha tremato! Rrahmanii in particolare, quel Rrahmani che in molti aveva fatto nascere il dubbio circa la sua idoneità a militare in un club di Serie A, è stato un fenomeno, annullando di fatto CR7, il “fenomeno calcistico” per antonomasia.



Dopo il triplice fischio dell’arbitro che ha sancito la fine dell’incontro, l’abbraccio tra tecnico e squadra ha evidenziato, senza ombra di dubbio, che lo “spogliatoio” è sano, e questa considerazione apre l’animo alla speranza: il Napoli “c’è”, una volta recuperati i tanti giocatori che mancano, per motivazioni varie, potremo tranquillamente ‘correre’ con le altre candidate alla conquista di quel posto in Champions che, lo ribadiamo ancora una colta. è il vero obiettivo stagionale della squadra.
Concludiamo con due considerazioni sulle dichiarazioni di ‘Ringhio’ al termine della partita. Ci è piaciuta la sua ammissione di responsabilità sul rendimento di Rrhmani: se il difensore ha tardato ad inserirsi nel contesto-squadra, ha detto il tecnico, la colpa è sua, perché l’ha impiegato poco e male. Non condividiamo, invece, “l’elogio” per Maksimovic: il giocatore – secondo Gattuso – si sta impegnando al massimo, nonostante sia chiaro il suo “sbarco” altrove al termine della stagione. Che significa? Qui parliamo di professionisti, che hanno il dovere di comportarsi come tali, senza se e senza ma! Il signor Maksimovic viene remunerato, regolarmente e profumatamente, per le sue prestazioni, non fa nessun favore alla società, se gioca bene. Semmai, il “favore” lo fa a se stesso, perché, dimostrando d’essere ancora un calciatore valido, può sperare di “strappare” alla sua prossima squadra un ingaggio di maggiore entità!
Ernesto Pucciarelli