Pensieri liberi –  Ho sempre sospettato che nella morte di Socrate, avvenuta a seguito dell’assunzione della letale cicuta, abbia avuto un ruolo di non secondaria importanza Santippe, la petulante, dispotica consorte del filosofo greco. Pare che i due litigassero un giorno sì e l’altro pure…

E’ certo che, prima che il teorico del “conosci te stesso” assumesse il veleno, (era stato condannato a berlo perché accusato di “empietà” dagli ateniesi), alcuni suoi fedeli discepoli gli proposero la fuga. A questo punto, il nostro si trovò di fronte ad un dilemma: eseguire la condanna inflittagli ed essere coerente con il suo insegnamento di una vita (si devono rispettate lo Stato e le sue leggi), oppure ascoltare il consiglio degli allievi e darsi alla fuga? La seconda prospettiva gli avrebbe consentito di salvare la vita. Già, ma quale vita? Quella da continuare accanto a Santippe, costellata di litigi ed incomprensioni! Il filosofo ci pensò su tutta la notte… Cicuta o Santippe? Santippe o cicuta? Alla fine, si decise: meglio, molto meglio, una morte che l’avrebbe consegnato alla storia come esempio di coerenza e di rettitudine morale, piuttosto che continuare la difficile convivenza (a quell’epoca, il divorzio non era ancora stato istituito) con Santippe. Saranno andate proprio così le cose? Probabile, assai probabile…

Ma, vi starete chiedendo, dove vuole ‘parare’ questa mia ‘semi-fantasticheria’ sui personaggi di cui sto discorrendo? E’ presto detto: i due protagonisti ricordati (Socrate e Santippe), prototipi della litigiosità, hanno richiamato alla mia mente altri due altrettanto ‘tosti’ “contendenti” che, in questi ultimi giorni, stanno occupando le cronache – e non solo quelle – della carta stampata cittadina e anche nazionale.



Il riferimento è, ovviamente, relativo al sindaco della metropoli campana, Luigi De Magistris, e al presidente della Società Sportiva Calcio Aurelio De Laurentiis. Che tra i suddetti non scorresse buon sangue, per la “questione stadio” e per tante altre ragioni, è risaputo; però, negli ultimi tempi la conflittualità è aumentata, le accuse reciproche non si contano più…

Addirittura, alcuni giorni fa, il Calcio Napoli ha acquistato due intere pagine sul più diffuso quotidiano metropolitano per rispondere al primo cittadino che aveva criticato l’operato di ADL. Il presidente ha ribadito la bontà delle sue scelte imprenditoriali, il suo diritto al conseguimento di utili, di profitti, come tutte le ‘sane’ aziende esistenti in questo Mondo. Le esternazioni del sindaco sono state definite, prendendo in prestito un’espressione del grande poeta latino Orazio, “sesquipedalia verba”, vale a dire parole vane, stucchevoli, senza senso. Il comunicato ha, poi, messo in evidenza le carenze della gestione amministrativa del sindaco: città invasa dai rifiuti, incapacità di valorizzare l’immenso patrimonio culturale cittadino, carenza e inefficienza dei trasporti, cantieri eternamente ‘aperti’, eccetera eccetera.

Lontana da me l’idea di partecipare alla diatriba o, peggio ancora, di prendere posizione per una delle due parti in causa. Il mio intento è solo quello di ricordare ai contendenti l’importanza dei loro ruoli istituzionali. Che dimentichino, il signor sindaco e l’altrettanto egregio presidente, di chiamarsi rispettivamente De Magistris e De Laurentiis; vadano “oltre” le loro convinzioni, le proprie legittime diversità e peculiarità personali. Provino solo a fare il SINDACO ed il PRESIDENTE, nell’interesse esclusivo della collettività, da una parte, e della comunità sportiva, dall’altra. Qualunque sia l’ambito considerato, non si vince, non si va molto lontano, senza armonia, se mancano coesione, sinergia, unità d’intenti e di azioni fra tutti i soggetti partecipanti e cointeressati.
Nel frattempo, il campionato è iniziato. Se si prescinde da “DAZN”, la nuova piattaforma collegata con Sky che ci ha fatto ‘vedere-non vedere’ le due prime partite del Napoli (un tifoso, su Facebook, ha spiritosamente scritto che lui, da sabato sera, è ancora davanti alla TV, fermo al 60° della ripresa per conoscere il risultato di Napoli-Milan!), sembra che non vi sia molto di nuovo nel panorama calcistico nazionale.
La Juve, ulteriormente rinforzatasi con Cristiano Ronaldo, continua a vincere, anche se non convince sul piano del gioco, confermandosi come principale (se non, addirittura, unica) pretendente al titolo di Campione d’Italia; le due ‘milanesi’, nonostante le faraoniche campagne-acquisti sostenute (con quali risorse economiche, sinceramente, non è chiaro!) hanno, per il momento, deluso. La Roma, dopo il buon esordio (vittoria sul sempre difficile campo del Torino), s’è fatta ‘bloccare’ in casa dall’Atalanta, la squadra più in forma del momento, e solo grazie a una miracolosa rimonta è riuscita ad evitare una clamorosa sconfitta.
E il ‘nostro’ amato Napoli? Sembra continuare, col nuovo allenatore, Carlo Ancelotti, nel suo processo di maturazione e di crescita. Più sopra abbiamo discusso delle divisioni e delle polemiche che stanno avvelenando il clima intorno alla squadra. “Finché la barca va…”, cantava Orietta Berti in una famosissima, popolare canzone di, ormai, molti anni fa… Che cosa c’entra la citata canzonetta col nostro discorso? E’ semplice, vi espongo il mio timore: fino a quando i risultati della squadra continueranno ad essere positivi, tutte le ‘ombre’, le insidie palesi e recondite non procureranno troppi danni, saranno ‘assorbite’. Ma se, malauguratamente, qualcosa si dovesse ‘inceppare’ e subentrassero delle difficoltà, esiste il rischio reale di “rompere il giocattolo”!
Ernesto Pucciarelli